• Home
  • Blog
  • Articoli
  • I.C. Biella3 – DaDCreativa – Cigni neri, riflessioni dal futuro.

I.C. Biella3 – DaDCreativa – Cigni neri, riflessioni dal futuro.

Sembra ieri quando il nostro capo del governo ha annunciato la chiusura delle scuole a causa della pandemia dovuta al corona-virus. Ricordo di aver reagito a  quell’ annuncio con un salto di gioia. Ma con il passare dei giorni, seguendo i telegiornali, vedevo che i casi continuavano ad aumentare. Allora ho capito che non dovevo pensare al tempo trascorso a casa come si pensava ad una vacanza, che forse il virus, sul quale facevo battute spiritose con i miei amici, non era lontano dai miei coetanei come sembrava all’ inizio.

Da quel momento in poi ho cominciato ad avere paura per me e per le persone a me più care. Allora ne ho parlato con i miei genitori, con i quali potevo trascorrere più tempo, e mi hanno aiutato a capire che, per ritrovare la calma, dovevo accettare di stare in casa, di non vedere i miei amici, gli zii, i cugini e i nonni, e di stare per un po’ lontano dalla palestra e dal mio caro maestro di karate.

Ho compreso allora che avrei dovuto rinunciare al “mio” modo di vivere le giornate.

Il covid19 mi ha fatto riflettere e conoscere dei nuovi aspetti di me e degli altri.

Porterò sicuramente con me per tanto tempo il ricordo del timore che ho provato quando i medici e gli infermieri dicevano che i posti disponibili nei reparti di terapia intensiva erano in esaurimento. Rammento che in quei momenti pensavo ai nonni che, essendo anziani, erano i più colpiti. Non avrei mai voluto che le persone a me più care non ricevessero le cure necessarie se si fossero ammalate di covid.

Porterò con me anche la consapevolezza di poter essere utile agli altri: durante l’emergenza credo di aver dato il mio piccolo contributo rispettando le regole che ci erano state imposte.

Per me, come quasi tutti i ragazzi della mia età, la chiusura della scuola prima aveva sempre significato l’inizio di un periodo da trascorrere con gli amici, per questo è stato difficile accettare che la “vacanza” imposta dal coronavirus non fosse cosi.

È stata dura anche non poter stare vicini, giocare, ridere per qualunque cosa, ma ci sono riuscito, anche se devo ammettere che il “mostro”, come lo chiamo io, il virus ha stravolto le mie abitudini e quelle dei miei coetanei.

Porterò con me anche il ricordo dei momenti di condivisione con persone che non conoscevo: alle ore 18.00 di alcuni giorni, puntualmente uscivo sul balcone della mia casa e mi univo agli altri inquilini del condominio cantando l’Inno di Mameli.

Un modo per sentirsi uniti e per far sentire la nostra vicinanza ai medici e agli infermieri che combattevano per salvare vite umane.

Potrò in futuro dire ai miei figli e ai nipoti che io c’ero ai tempi della pandemia del corona-virus. Augurerò loro di non vivere un’esperienza simile.

Ora che è finito tutto e che ce l’abbiamo fatta mi sento più responsabile più maturo e posso affermare che non tutto il male vien per nuocere. 

Tommaso Parlamento, 3E

I.C. Bialla3 – Marconi