Le mie prigioni

Di Arianna Brandi, IIB
I giorni passano, a volte il tempo trascorre naturalmente, altre sembra interminabile. All’improvviso ci siamo ritrovati catapultati in una realtà che non sembra appartenerci.
Il Coronavirus è la causa di tutto, è arrivato all’improvviso senza che nessuno di noi se lo aspettasse, portando con sé molti cambiamenti, alcuni positivi altri sfociati in tragedia che ci hanno fatto capire quanto lo avessimo sottovalutato.

Credo che tutti noi, appena avuta notizia di questo nuovo virus, ci siamo preoccupati ma non abbiamo dato il giusto peso alla cosa, immagino che tutti pensassero che sarebbe rimasto in Cina, senza espandersi in questo modo. Invece non è andata così, il Covid è entrato a far parte della nostra quotidianità e senza chiedere il permesso ha iniziato a nutrirsi della nostra vita per esistere e riprodursi.

Tutto ciò che sappiamo su questo virus è stato appreso sul campo da medici e ricercatori, molti aspetti dell’evoluzione del contagio ci sono ancora sconosciuti. All’inizio l’assenza di notizie certe ha scatenato moltissime fake news che colpivano indiscriminatamente persone e istituzioni: la fake news che mi ha sconcertato di più è stata quella secondo cui cui i cinesi residenti da anni in Italia venivano identificati come “untori”.


Dal momento in cui è stata decretata la quarantena ho potuto passare più tempo con me stessa, sono riuscita a conoscermi meglio, a capire pensieri e sensazioni che prima non riuscivo a comprendere o a cui forse non volevo dare ascolto. Credo che a molti di noi sia successa la stessa cosa.
Nella nostra vita di prima tutto era dato per scontato: un’uscita con gli amici, un bacio, una carezza, una risata, una semplice passeggiata all’aperto ma soprattutto la libertà di decidere sempre cosa fare.

Stiamo risentendo della mancanza di tutte queste piccole cose, che da oggi in poi assumeranno un valore ancora più importante e riusciremo a viverle veramente, senza essere distratti da un telefono che squilla o dai mille messaggi di WhatsApp.
Davamo per scontata anche l’amicizia, sembrerà strano ma è così. In questo periodo ho stretto un legame più forte con tutte le persone a me care, ho capito chi sono coloro che si possono definire veri amici e coloro che da oggi in poi diventeranno solo conoscenti. Pur essendo isolata da tutte le persone che conosco, non mi sono mai sentita sola anche se ora ho una gran voglia di rivedere i miei amici e di trascorrere del tempo con loro.

Mi sono accorta che il tempo è cambiato, non nel senso di durata ma nel senso della qualità, un’ora è sempre composta da sessanta minuti ma li gestiamo in modo diverso. Ho imparato ad apprezzare momenti in famiglia che prima per la fretta trascuravo, cose semplici e banali che prima della quarantena facevano da sfondo alle mie giornate. Ho rivisto mio papà e mio nonno lavorare insieme come quando gestivano il loro negozio, mia mamma ha avuto il tempo e il piacere di prepararci i dolci come non riusciva a fare quando lavorarava, io e mio fratello abbiamo scoperto una complicità che prima non avevamo.


Ora ci aspetta il ritorno alla normalità, probabilmente non sarà più quella a cui eravamo abituati, saremo più consapevoli che dai nostri gesti dipendono la salute e la vita degli altri. Conosceremo un nuovo equilibrio con aspetti positivi e negativi che per ora non possiamo immaginare, mi auguro di poter portare nella nuova normalità i momenti importanti che mi hanno fatto crescere durante la quarantena. Non so se io sono migliorata, ma spero di aver imparato a vivere intensamente ogni attimo e a sfruttare ogni occasione che mi si presenterà.