Diario minimo del lockdown 15 marzo – 5 maggio 2020

della Classe  2B – Liceo A.D’Oria – Genova

Dal mio diario del 15 marzo  2020 

Cario diario, mia mamma pensa che a furia di guardare film apocalittici in cui le persone muoiono brutalmente io sia diventata cinica. Non lo sono, anzi, sono piuttosto sensibile a tutto questo che stiamo vivendo. Ho iniziato ad essere cosciente della gravità della cosa solo quando a casa è arrivata una telefonata inaspettata. La catechista di mia sorella, Renata, era venuta a mancare. E’ stato così che mi sono resa conto che il Coronavirus non era più una cosa che riguardava la Cina; è in agguato, ad aspettare che chiunque di noi faccia un passo falso, che esca senza precauzioni, che per una volta si dimentichi di lavarsi le mani. Da allora è stato difficile non vedere il volto di Renata ogni volta che papà mi aggiornava sui numeri dei morti.

Estella

 

Dal mio diario del 17 marzo 2020

In questo periodo, in cui l’intero pianeta è immobile, quasi congelato da questa epidemia, la sensazione più diffusa, dopo la paura, è la rabbia; una rabbia inesorabile e terrificante che spinge le persone a gesti rozzi, quasi animaleschi, come gli assalti ai supermercati e le risse per le ultime mascherine rimaste in farmacia.

Però non bisogna scambiare la penosa rabbia popolare con la rabbia dei disperati, che magari hanno perso molto a causa dell’epidemia e il cui risentimento è pienamente giustificato.

Sergio

 

Dal mio diario del 20 marzo 2020  

Le mattinate sono impiegate nelle lezioni online, per poi ammirare attraverso la finestra la bellezza del nostro paesaggio sotto il sole rovente. Il pomeriggio, ecco, è il momento per riflettere: chiusa tra le quattro mura di casa, come un uccellino in gabbia. Pensare che negli ospedali c’è che mette a repentaglio la propria vita per quella altrui mi tortura.

Ora che le piazze sono vuote e le nostre città sembrano abbandonate, in tutto quel silenzio il nostro Paese ci appare ancora più incredibile; la sua bellezza ci manca.

Michela

 

Dal mio diario del 25 marzo 2020

Lo studio è un ottimo modo per occupare la mente e sopportare meglio la quarantena. Anche un buon libro, così come i film e la musica, possono tenerci impegnati e farci dimenticare questo orribile virus. E’ anche necessario mantenere i contatti con gli amici e i parenti per non chiudersi in se stessi. Noi, infatti, a differenza degli animali siamo dotati dello spirito che ci permette di trovare vie di uscita dalle situazioni poco piacevoli come questa. Come diceva Thomas Mann e prima di lui molti altri, “Lo spirito è l’unica cosa che ci distingue dal resto della vita organica”.

Stefano

 

Dal mio diario del 30 marzo 2020

In questo periodo ho capito il vero valore della famiglia: cerchiamo di supportarci a vicenda in ogni situazione, anche in quelle più difficili. Ho avuto modo di passare molto più tempo con loro, anche se siamo tutti molti indaffarati: cuciniamo piatti nuovi, guardiamo film la sera o ceniamo sul balcone, su cui sono fioriti da poco i gerani dal vivo colore rosa, piantati da mia mamma quest’inverno. Parlando con i miei genitori, inoltre, ho compreso i loro numerosi timori, causati da questo particolare periodo. Sono convinti, infatti, che questa situazione cambierà notevolmente il modo di rapportarci gli uni con gli altri e temono che a subire di più questa privazione saranno i più giovani.

Giulia M.

 

 

Dal mio diario del 30 marzo 2020  

Siamo nel bel mezzo di questa tragica situazione: ad oggi sono 97689 casi in tutta Italia e ben 1078 deceduti.

Numeri che fanno paura anche quando sono sul foglio del compito di matematica, figuriamoci se si parla di ammalati e morti… E’ come se tutta la città di Cesena fosse infetta, e per tutta, intendo ogni singolo abitante.

Più di diecimila morti, l’attentato alle Torri Gemelle ne causò “solo” tremila.

Forse non tutti, forse nemmeno io, si stanno, rendendo conto di quello che stiamo vivendo; non mi rendo pienamente conto che quanto sto scrivendo lo leggeranno i miei figli, i miei nipoti…

Andrea

 

Dal mio diario del 30 marzo 2020

I miei sogni sono tanti, alcuni improbabili, ma non si può mai dire. Uno dei miei desideri è quello di viaggiare e spesso lo faccio con la mente, ma in futuro spero di poterli realizzare davvero. Mi piacerebbe conoscere nuove culture, nuove tradizioni, ma soprattutto vivere tutte le emozioni che un viaggio comporta.  Sono nel periodo dell’adolescenza, un periodo pieno di emozioni: a volte sono felice e subito dopo mi ritrovo triste. La quarantena influisce sull’umore di tutti e, avendo tutto questo tempo a disposizione, anche sul mio: ho pensieri negativi che cerco di superare, spero vivamente che dopo questo periodo tutto torni alla normalità e di poter passare momenti più spensierati.

Anna G.

 

 

Dal mio diario del 31 marzo 2020  

Fortunatamente il dato di oggi conferma il rallentamento della crescita dei ricoverati e nelle terapie intensive e l’aumento dei guariti ben oltre i 15mila. Ciò nonostante, si va verso una proroga delle misure restrittive.

Un altro piccolo segnale positivo può essere letto nei “chiarimenti” inviati ai prefetti secondo cui è possibile che un genitore porti il figlio minore con sé a prendere una boccata d’aria camminando nei pressi della propria abitazione.

La strada verso la normalità prosegue.

Ludovico

 

 

Dal mio diario del 1° aprile 2020

E’ passato praticamente più di un mese da quando è iniziata la didattica a distanza e devo dire che dopotutto non è così male.                                                                                             

Certo, le lezioni non saranno mai come quelle che si fanno a scuola, manca il rapporto umano professore-alunno e non è la stessa cosa senza i propri compagni, ma devo ammettere che ci sono anche dei vantaggi: essendo un lavoro individuale riusciamo a concentrarci di più, senza troppe distrazioni.       Oggi abbiamo seguito la prima lezione di religione.  E’ stata una delle lezioni più belle mai fatte fino ad ora.  Mi piace molto l’ora di religione perché è un momento in cui ognuno può essere se stesso e dire quello che pensa.   Infatti si creano sempre dei veri e propri dibattiti e a volte è davvero bello ragionare non solo con la propria testa, ma vedere il mondo anche con gli occhi degli altri.  Oggi sono stata anche interrogata di matematica e sono riuscita a prendere 7+. In periodi tristi come questo non c’è soddisfazione più grande di quella di riuscire a prendere un bel voto anche in una materia in cui si hanno delle difficoltà.                                                  

Alice

 

Dal mio diario del 3 aprile 2020

questo è un venerdì come gli altri in questa quarantena: mi sono svegliata alle otto e mezza del mattino per seguire le lezioni online. Alla prima ora ho avuto italiano, poi scienze, inglese, matematica ed infine greco.

Per pranzo ho provato a fare la brava e mangiare insalata, ma poi non ho resistito e venti minuti dopo il mio piatto era sporco dei resti di lasagne! Dopo pranzo mi sono spaparanzata a letto, ho acceso Netflix e mi sono quasi presa un infarto quando ho scoperto di aver quasi finito la mia serie preferita, Peaky Blinders, che ho iniziato qualche giorno fa… Mentre mi godevo la serie, mi sono appisolata, perché oramai il mio corpo si è abituato a fare il sonnellino pomeridiano. Alle 18 ho portato la mia cagnolina a spasso e alle 20 ho cenato.

Ora che sono le 23 e  sto al telefono finché non mi viene sonno e mi addormento.

Chiara T.

 

Dal mio diario del 5 aprile 2020  

Caro diario, sto vivendo una situazione che mai avrei pensato di vivere in vita mia. Non si può uscire, non si possono vedere gli amici, mentre con l’arrivo della primavera il mio unico desiderio sarebbe quello di fare tutto ciò che invece ci è impedito. Oggi avrei tanta voglia di andare a fare la colazione al bar con i miei amici, addentare un bel cornetto caldo, per poi andare a scuola. Una volta mi avrebbe fatto piacere stare un po’ da sola, ma ora non ne posso più. D’altro canto, sono pienamente consapevole che stiano morendo tante persone, e non tollero infatti chi esce per vedere gli amici, violando le normative imposte dal Governo, oltre a compiere un atto di grande egoismo. Perché è questo di cui si tratta, egoismo. Davvero non si riesce a reprimere il desiderio di vedere qualcuno? 

Alessia

 

Dal mio diario del 10 aprile 2020

Questa sera durante un programma in televisione hanno definito le città “cartoline”. Ripensandoci è un’affermazione perfettamente azzeccata, considerando che le persone, elemento che contraddistingue e dipinge le città donando ad esse fascino ed unicità, non si vedono più affollare i centri abitati e le strade, incontrarsi con un sorriso sul volto e con il desiderio di passare del tempo con le persone amate.

Devo ammettere che questa situazione sta cambiando molto la nostra visione di ciò che ci circonda, stiamo riscoprendo valori importanti prima dati per scontati e anche prendere qualche raggio di sole sul terrazzo, quasi banale fino a pochi  mesi fa, ora sembra qualcosa che ci dia la possibilità di avere una distrazione dalla “reclusione”, una delle poche attività che ci permetta di avvicinarci il più possibile ad una forma di svago.

Elena

 

Dal mio diario del 12 aprile 2020 (33° giorno di quarantena)

Caro diario,

Oggi è Pasqua e tutto sommato è andata bene, abbiamo fatto un bel pranzo, aperto le uova e mi sono finalmente vestita decentemente. Le buone notizie però sono finite, hanno prolungato la quarantena fino al 4 maggio (e forse la prolungheranno ancora) e dicono che non sanno quando torneremo alla normalità, in più continuo a non fare niente tutto il giorno anche se oggi un po’ ho studiato… Continuo ad immaginare il momento in cui rivedrò i miei amici e mi fa sempre più male perché sembra solo un sogno; una cosa così scontata oggi mi sembra una lontana probabilità. E’ strano come le cose possano cambiare da un momento all’altro. 

Angy

 

 

Dal mio diario del 15 aprile 2020

Ho sentito dire alla TV che alla fine di questa esperienza saremo tutti cambiati: speriamo di essere cambiati in meglio. La mia paura è che l’uomo dimentichi troppo velocemente e temo che la routine quotidiana ci faccia dimenticare in fretta le “lezioni di vita” che abbiamo appreso in questo ultimo periodo: il valore della famiglia, del silenzio, del sacrificio per l’altro, del rispetto per chi lotta per farci sopravvivere rischiando la propria vita. La bellezza di potersi abbracciare, di poter stare vicini: ma quanto eravamo fortunati tre mesi fa. E non lo sapevamo!

Quanto siamo sciocchi: abbiamo bisogno di essere privati delle persone e delle cose per capire il loro valore!

Anna S.

 

Dal mio diario del 16 aprile 2020

Oggi  mi sono chiesta come certe persone, certi italiani, che sono liberi di pensare, di dire, di credere in ciò che vogliono, e sono giudicati tutti allo stesso modo davanti alla legge, e a cui viene insegnato a rispettare le minoranze ed in generale le altre culture, riescano a scaricare la colpa su un popolo soffocato, prosciugato dal suo stesso governo, dicendo “ma se non mangiassero quei pipistrelli” “ma se avessero un po’ più di igiene e pulizia” attribuendo quelle quattro notizie che hanno letto su Instagram ad un’intera popolazione. Io sono la prima che su certi argomenti sono totalmente impreparata, non sono ben informata e quindi non ho un’idea chiara di cosa sia veramente successo ecc. Ma sono anche la prima che cerca di non essere superficiale, di capire se dietro a ciò che mi stanno dicendo c’è qualcos’altro che non vogliono far sapere, che, senza fare enormi ricerche, ha deciso di guardare la tv, leggere i giornali (di destra, di sinistra, internazionali) per avere una visione generale e personale. Perché anche gli altri, se proprio vogliono intraprendere una discussione articolata e importante come quella sul coronavirus, non provano ad informarsi?

Ecco era questo ciò che pensavo oggi, e volevo scriverlo per non dimenticarlo.

Aurora

 

Dal mio diario del 17 aprile 2020

Ogni giorno che passa questa situazione diventa sempre più difficile da sostenere.

Mia nonna è ancora ricoverata in ospedale per la sua malattia, abbiamo tutti molta paura di perderla senza poterla salutare un’ultima volta; non ci permettono di andare a trovarla o a tenerle compagnia. 

Oggi è il compleanno di una delle mie migliori amiche, per farle gli auguri ho cercato tra le foto della mia galleria una da mandarle, e ne ho trovate anche alcune del 17 aprile dell’anno scorso. Tutto il gruppo si era riunito per festeggiarla, mi ricordo che avevamo mangiato un panino da Masetto nei vicoli per poi andare a fare un giro a Boccadasse. Mi mancano tutti i miei amici, l’ultima volta che li ho visti è stato il giorno prima che iniziasse la quarantena, abbiamo fatto una grigliata. 

Sento sempre più intensamente la mancanza della normalità.

Benedetta

 

Dal mio diario del 20 aprile 2020

Prima di concludere umo dei compleanni più belli della mia vita, nonostante mi mancassero i miei nonni e i miei amici, ho trovato un po’ di tempo per leggere le lettere che avevo chiesto: ho chiesto come regalo delle lettere da ciascun componente della famiglia, perché per il mio quindicesimo compleanno desideravo qualcosa che potesse restare per sempre. Queste lettere mi hanno fatto capire quanto sia importante amare qualcuno ed essere amato, quanto sia essenziale avere una famiglia che ti sostiene, che qualche volta ti prende in giro e ti fa arrabbiare, ma che però è sempre presente.

Anna S.

 

Dal mio diario del 21 aprile 2020

Ogni tanto durante la giornata chiudo gli occhi, penso che in realtà questo sia solo un incubo e quando mi sveglio tutto è come prima; invece no… Niente sarà più come prima, la serenità che c’era prima quando si usciva con gli amici, da oggi in poi sarà sempre mischiata alla paura: di star troppo vicino a qualcuno, oppure all’avere messo male la mascherina, o anche a qualche semplice linea di febbre.

La vita che facevamo prima è solo un ricordo, sempre più lontano, ma che terremo sempre bene impresso.

La cosa che mi fa più arrabbiare è tutto il tempo che stiamo perdendo e che nessuno ci darà più indietro, tutte le risate con gli amici, le scoperte quotidiane, le mattinate passate a scuola, l’ansia per qualche verifica o interrogazione…  Tutto questo è stato “buttato”.

Arianna

Dal mio diario del 25 aprile 2020

Oggi è il 25 aprile, è il giorno della liberazione. No, non è vero: è un giorno come tutti gli altri, con la differenza che, invece di chiederci “Come stai?” e “Sei preoccupato?” o di condividere fotografie che riportano scritte come “Andrà tutto bene” e “#iorestoacasa”, nei gruppi Whatsapp e su Facebook regna la frase “Buon 25 aprile”.  “Buon 25 aprile”. Io più che un augurio del genere direi alle persone: “Ehi, il fatto che siamo in quarantena non implica che dobbiamo dimenticarci del giorno della liberazione”. Per cosa dovrei fare gli auguri, esattamente? 

Ho deciso di seguire gli insegnamenti di Epicuro. 

Epicuro diceva che l’uomo sereno è colui che, sano e salvo sulla terraferma, vede la tempesta che incombe sugli altri e che, pur tentando di aiutare le persone in alto mare, è imperturbabile dalla loro sofferenza. Sono convinta che in realtà “gli altri” non siano altro se non l’uomo che si guarda dall’esterno. In poche parole, devo restare sana e salva sulla terraferma ed osservare distaccata la parte di me che è turbata da ciò che le capita (solo se ciò che la turba non ha rimedio). Ho imparato a distaccarmi dalla parte di me che è turbata da qualcosa che non posso cambiare e mi sento molto meglio. 

Giulia D.

 Dal mio diario del 27 aprile 2020

Sono in quarantena da ormai un mese e non mi ero mai trovata così vicina a me stessa, sola con i pensieri che mi ronzano nella testa. Prima pensavo che questo periodo sarebbe stato solamente uno spreco della mia adolescenza, ma mi sono resa conto che mi sta dando un’occasione per riflettere sulla mia vita prima del coronavirus e su quello che mi piacerebbe fare in futuro.

Bianca

Dal mio diario del 28 aprile 2020

Mi manca vedere Genova vivace e, al solo pensiero che per uscire bisogna portare sempre la mascherina e l’igienizzante, provo molta tristezza. Fortunate sono le persone, come me, che avendo un cane possono ancora assaporare l’aria e avvolgersi in un fresco vento senza fare del male a nessuno. Però ho imparato cose nuove e apprezzo di più il lavoro faticoso che i miei genitori fanno per poter mantenere la nostra famiglia in questo periodo buio.

Giulia Z.

 Dal mio diario del 1° maggio 2020

Anche questo giorno di festa è passato, un giorno come tutti gli altri da quando siamo in quarantena, così come il 25 aprile e le feste di Pasqua…i giorni più belli dell’anno, quelli che guardi subito il calendario nuovo per vedere come cadranno e programmare qualcosa di speciale. …ecco i miei amici sono la cosa che mi manca di più, Carpa e Dile, mi mancano un sacco, mangiare schifezze al Mc con loro dopo la scuola il venerdì…  E i miei compagni di squadra, anche loro mi mancano, una bella partita a pallone e, incredibile ma vero, comincia a mancarmi anche la scuola!

Francesco

 Dal mio diario del 2 maggio 2020

Caro Diario, oggi è stata una giornata molto importante e significativa. Ormai da tempo si sa che nei prossimi giorni saranno consentite le passeggiate e un minimo di libertà in tutta Italia.

Stamattina una coincidenza mi ha fatto capire quanto senta  la mancanza delle persone a cui tengo: per la prima volta sono uscita per andare in farmacia e ho potuto notare con i miei occhi quanto la città sia triste e desolata; tornando verso casa per pura casualità ho incontrato Alessia, una mia grande amica. Anche se da molto lontano ho iniziato a sbracciare, saltare e gridare per l’emozione. Vedere una persona conosciuta dopo questo lungo periodo buio è stato molto commovente e gratificante; forse stiamo iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel? È ancora presto per dirlo: la situazione sta diventando difficile da gestire, bisogna resistere e rispettare le leggi imposte, solo così potremmo tornare ad abbracciarci. 

Giulia  A.

 Dal mio diario del 3 maggio 2020

Ma cosa sono gli affetti stabili? Per un breve periodo è girata una fake news che diceva che in essi vi erano comprese le amicizie più intime. Dopo un breve periodo di gioia, trascorso a decidere cosa si sarebbe fatto insieme, la possibilità di passare il tempo con i propri amici è svanita. Andrò a trovare i nonni, a salutare i miei cugini quando avrò il tempo dopo i compiti, ma con gli amici si ha un rapporto diverso. Con loro è più semplice esprimersi e tirar fuori tutto ciò che ci passa per la mente.

Ilaria

 

Dal mio diario del 3 maggio 2020, giorno 55 della “quarantena”

Manca poco allo scoccare della mezzanotte. Domani sarà il quattro maggio ed ogni italiano sa che cosa implica per lo stato, e per noi tutti, questa data. Nonostante l’ottimismo che si inizia a percepire nei discorsi della gente, mi sento inaspettatamente peggio rispetto a qualche mese fa. Ci ho pensato a lungo e più mi ritrovavo a riflettere più mi convincevo della mia posizione; le misure di contenimento verranno allentate, si potranno incontrare i propri parenti con i quali non ci si era riusciti a ricongiungere e rivedere quelle persone definite come “congiunti”, termine che ha creato tanta confusione e allo stesso tempo speranza.

Sembra che la vita stia tornando al normale corso degli eventi, che si riesca finalmente a vedere la luce, tanto attesa, infondo a questo tunnel che ha causato morte e ha stravolto le vite di ognuno. Reputo invece, al contrario di altri, che questa sarà la parte più difficile, più complicata e che arrecherà più sofferenza e dispiacere. Cosa vale un rapporto se non può essere realmente vissuto? Mi spiego meglio: sarà veramente così soddisfacente vedere le persone che si amano, sentirne la voce o la risata se non le si potrà abbracciare, se mancherà il contatto fisico? 

Chiara Z.

 Dal mio diario del 4 maggio 2020

Caro Diario, oggi è il primo giorno in cui siamo finalmente liberi…o quasi. Infatti da oggi è consentito uscire, indossando la mascherina e mantenendo almeno un metro di distanza da chiunque incontro, ma la bella notizia è che siamo finalmente liberi da questa quarantena infinita. Questa mattina ho parlato con il mio migliore amico Filippo, entrambi non vedevamo l’ora di uscire e rivederci dopo tutto questo tempo, così, ci siamo organizzati su cosa fare nel pomeriggio, le idee erano molte ma la maggior parte delle quali irrealizzabili…progettarle ci ha resi euforici, ed alla fine abbiamo optato per un giro in bici.

Non stavo più nella pelle, non vedevo l’ora che arrivassero finalmente le cinque, ma, come si suol dire, il tempo sembra infinito quando aspetti che accada ciò che desideri da tanto. 

Ho finalmente preso la mia bici, che più di una bici sembra un palo arrugginito con le ruote, ma in quel momento mi sembrava la più bella al mondo perché era la chiave per uscire da quella prigione ed ho cominciato a pedalare come se ci fosse in gioco la mia vita.

Finalmente ho visto, per la prima volta dopo tanto tempo, il mio amico. 

Jacopo

 Dal mio diario del 4 maggio 2020

Mi è sempre piaciuto stare in mezzo alla gente e frequentare luoghi affollati, ma in questo grave momento storico condizionato dal coronavirus provo emozioni contrastanti. Infatti, se inizialmente attendevo con ansia e desiderio l’inizio di questa seconda fase perché le restrizioni e la limitazione delle attività rappresentavano un disagio, ora sono spaventata e titubante all’idea di poter uscire poiché con il passare del tempo, durante la quarantena, ho trovato il mio equilibrio ideale tra le mie cose, i miei pensieri, i libri, la musica e l’attività fisica. 

Stella

 Dal mio diario del 5 maggio 2020

Alle 19 per la prima volta dopo due mesi esco per andare a correre. Quando mi sono trovato fuori di casa mi sono sentito finalmente libero, pur essendo rimasto all’erta dal momento che, anche se ci è consentito di uscire più liberamente, dobbiamo usare mille precauzioni per proteggerci da questo maledetto virus.

Devo dire che, in realtà, mi aspettavo molte più persone sprovviste di mascherina durante il mio giro, invece a parte due o tre persone, tutti quanti la indossavano.

Paolo