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I.C. Biella3 – DaDCreativa – Officina dei fuoriclasse- racconti in staffetta.

BISCOTTI ALLA VANIGLIA

Nino era un adolescente a cui piaceva andare in bicicletta. Dopo la scuola si fermava spesso ad aspettare i suoi amici che uscivano dopo dalle lezioni. Lo faceva però solo quando ne aveva voglia perché alcune volte preferiva fare altro. Quando decideva, partiva da casa mezz’ora prima. A lui piaceva tanto farsi dei giri. Passava sempre per la stessa strada. Ormai la conosceva nei minimi dettagli. Gli piaceva ripercorrere con lo sguardo ogni punto di riferimento a cui si era abituato. La scritta sul muro del palazzo giallo all’ingresso di Via Piave, il vecchio abete a sinistra della cancellata della villetta dal tetto rosso, la panetteria, l’edicola a fianco del bar, il cartello che indica il senso unico.

Un giorno mentre si era avviato per andare in bici con i suoi amici, non si accorse che aveva sbagliato strada. Quel giorno era sovrappensiero. Aveva litigato con suo fratello Ludovico. Era uscito di casa sbattendo la porta. Aveva pedalato con forza tra le lacrime. Non si era accorto di aver imboccato un’altra via. I sospetti arrivarono dopo un po’, quando la mente cominciò a essere sgombra e cominciò a indagare sul perché non fosse ancora giunto a destinazione. “Ma la scuola dei miei amici doveva essere proprio qui…”, pensò fra sé e sé:“ Forse ho solo sbagliato strada !”, disse con voce impaurita.

A un certo punto decise di tornare indietro, cercò di andare più veloce possibile gli sembrava di essere inseguito da qualcosa. Iniziò a guardarsi indietro per essere sicuro, ma proprio mentre girò la testa sentì un grande dolore. Si era schiantato contro un albero. Perse i sensi. Si risvegliò tra le braccia di un uomo, uno sconosciuto. Si spaventò.  Cercò di muoversi, ma il dolore era ancora troppo forte. Poi sentì una voce che disse: “Sei stato molto fortunato, poteva andare peggio!”.  Poi il nulla, di nuovo.

Quando si risvegliò capì di essere stato portato in ospedale. Non ricordava nulla. Chiese solo: ”Per quanto tempo sono svenuto?”. Qualcuno rispose da lontano: “Per quasi due ore!”.  Era tutto molto confuso, ma Nino non aveva la forza di reagire. Lasciò che i medici e gli infermieri si prendessero cura di lui. Il suo unico pensiero era quello di voler tornare subito a casa. Pensava alla sua famiglia e si chiedeva in modo assillante come i suoi genitori si sarebbero preoccupati. Immaginava la chiamata a casa, la madre in ansia che avrebbe convocato l’intera famiglia per correre in ospedale. Immaginò che fuori dalla porta ad aspettarlo ci sarebbero stati tutti. La rabbia per il litigio era ormai svanita. Nino sapeva che adesso le priorità erano cambiate e che anche suo fratello avrebbe deposto le armi.

Fuori sentiva le loro voci e si rasserenò. Tra tutte però spiccava quella rauca di un uomo. Gli sembrava vagamente famigliare, ma non ricordava dove l’avesse sentita. Riuscì a distinguere qualche parola e capì che i genitori del ragazzo ringraziavano qualcuno invitandolo addirittura a cena per sdebitarsi.

Poco dopo era circondato da mamma, papà e Ludovico. La brutta avventura era finita.  Nino fu dimesso e visto che non riusciva a camminare i genitori lo presero a spalle e lo portarono a casa.

Quando il ragazzo riuscì a camminare di nuovo e tornò a scuola, ogni pomeriggio passava da casa dell’uomo per salutarlo e fargli compagnia. Aveva chiesto notizie di lui ai suoi genitori e aveva saputo l’indirizzo.

Quella che può essere considerata, come dice Daniel Handler, una serie di sfortunati eventi può essere per altri versi l’inizio di un nuovo viaggio.

L’uomo, di nome Nicola, un po’ appesantito nel corpo dal profumo di biscotti alla vaniglia, mi leggeva ogni giorno un capitolo diverso di un libro che sembrava raccontare la mia vita, la mia nascita, i miei amici, i miei studi…

Il giorno in cui andai a casa sua per ascoltare il capitolo del mio futuro, l’uomo non c’era più e nessuno si ricordava di lui.

A casa sua, in un battibaleno avevano aperto un negozio di dolci che profumava di biscotti alla vaniglia.

 

Nicolò Mastrapasqua, David Segala, Antonio Di Sipio, 2E

 

I.C. Biella3 – Marconi