Intervista a un informatore scientifico

Di Valerio Sgammini

Buongiorno, innanzitutto le volevo chiedere: lei di cosa si occupa in ambito medico?”

“Sono un informatore scientifico, il mio lavoro consiste nell’informare i medici sui farmaci, illustrando loro vantaggi e controindicazioni.”

“Interessante, quindi immagino che sia un lavoro che richiede continui spostamenti da una struttura all’altra, dico bene?”

“È esattamente così: ogni giorno devo visitare vari ospedali e studi medici, per incontrare il maggior numero di dottori.”

“Senta, la quarantena di questi giorni, che ha bloccato l’intero paese, cosa ha cambiato nella sua routine lavorativa?”

“Beh diciamo che l’ha completamente stravolta: ero solito stare fuori casa per molte ore al giorno, in giro per gli ospedali, ma con il lockdown non posso più lavorare come prima”

“Quindi lei continua a lavorare?”

“Si, faccio smart-working da casa, la mia azienda si è offerta di allestire un centralino per assistere chi ne ha bisogno in questa emergenza.”

“Che tipo di aiuto offre?”

“Rispondo soprattutto a domande legate all’uso di farmaci, ai sintomi del virus e a come evitare il contagio, insomma cerchiamo di aiutare con le risorse che abbiamo.”

“È sicuramente da apprezzare l’aiuto che la sua azienda sta offrendo, ma ora le voglio chiedere un’ultima domanda più personale: le manca lavorare come prima o preferisce lavorare da casa come sta facendo in questo momento?”

“Mi manca senza dubbio il mio lavoro: ero solito incontrare molte persone al giorno, e mi faceva piacere incontrare medici che non vedevo da tempo o magari conoscerne di nuovi disponibili e cordiali: sicuramente attraverso uno schermo tutto diventa più piatto e meno coinvolgente.”