La solidarietà di noi italiani

Un annuncio ancora più incomprensibile è giunto a noi improvvisamente, che ai nostri occhi ci ha rinchiuso in un’ingiusta prigionia. Abbiamo così iniziato a vivere le nostre giornate in spazi ridotti, si passava dalla propria camera, alla cucina, al salone e poi di nuovo in camera. Le giornate incominciavano a trascorrere tra aule virtuali, lezioni online e compiti incomprensibili, poiché è infinitamente diverso assistere ad una lezione online rispetto ad una di presenza e assimilare le stesse nozioni. Nel frattempo le notizie del TG diventano sempre più minacciose, e i divieti più pesanti e costrittive, si esce solo per stretta necessità, muniti di attrezzatura adeguata per la protezione comune, e questo incubo diventava sempre più spaventoso lasciando indietro l’idea ottimistica della semplice influenza. I nostri medici iniziavano ad ammalarsi, i posti in ospedale scarseggiavano e le vittime aumentavano. Pian piano iniziarono ad arrivare gli di altre nazioni, spinte dalla solidarietà che ogni tanto contraddistingue l’essere umano, la stessa solidarietà che spinge noi italiani a cantare tutti insieme nei balconi o a sventolare bandiere per far capire che l’Italia non si arrende e nonostante la situazione ci costringe a stare lontani dalle persone che più amiamo e vogliamo bene ci sentiamo tutti vicini, e che stiamo lottando per riavere una normalità che prima sembrava così banale, ma che solo ora dopo che ne siamo stati privati ci rendiamo conto di quanto sia preziosa e essenziale nella vita di tutti i giorni. In questo clima di solidarietà comune forse l’umanità sta migliorando, e sta iniziando ad intraprendere una via che ormai aveva abbondato da tempo per una via errata, forse stiamo iniziando a capire che vogliamo qualcosa di diverso per il nostro futuro, e che quando finalmente potremo tornare ad abbracciarci, i nostri abbracci saranno autentici e veri, forse saremo persone migliori. Ora a quasi tre mesi dall’inizio di tutto ciò, grazie all’incessante lavoro di medici e infermieri e al buonsenso di molte persone si potrà, un passo alla volta, tornare alla normalità. Ma se ci pensiamo bene dovrà essere una normalità migliore di quella precedente, composta da persone forse migliori da quello che eravamo in precedenza. Durante la quarantena la natura si è ripresa i suoi spazi, l’erba che ricresce nelle grandi piazze, gli animali girano indisturbati all’interno delle città, e noi essere umani dobbiamo essere in grado di vivere in armonia con la natura, non continuare a danneggiarla ma proteggerla.

Carta Samuele 3 B