Sentirsi come un marinaio

Questo nuovo anno non è iniziato nel modo in cui tutti speravamo, infatti, da inizio Febbraio si è diffuso il Covid-19, un virus che si trasmette velocemente per vie aeree. A causa del virus, il 9 Marzo il governo Italiano ha stabilito un lockdown generale, che ci ha costretti a restare a casa. Questo periodo di quarantena ci ha permesso di tutelare la nostra salute e quella dei nostri cari e ci ha fatto riflettere sulla nostra libertà. Ormai tutto quello che ci sembrava così normale è diventato un “avere” in più. Questa pandemia, ha privato noi adolescenti, di uno dei momenti più belli della vita, il liceo, infatti, non abbiamo più la possibilità di andare a scuola, passare le ore con i nostri compagni di classe, ridere, scherzare e imparare.

Mi sento come un marinaio nel faro, imprigionato. Imprigionato da questa situazione, dal modo in cui la sto vivendo. Il marinaio avrebbe desiderato pescare, andare in barca, invece il mare glielo ha impedito, imprigionandolo su quella torre. Mi sento così. Avrei voluto iniziare quest’anno in modo diverso, e ci stavo riuscendo, ma a Febbraio il Coronavirus non me l’ha permesso, mi ha tolto tutto. Mi ero appena iscritto a boxe, giocavo in una squadra di calcio, uscivo con i miei amici, dedicavo del tempo a me stesso con quello che amo fare, e mi sono visto togliere tutto. Questo lockdown mi ha fatto riflettere molto sulle cose che avevo e che ho, e sono arrivato alla conclusione che sono un ragazzo fortunato perché ho sempre avuto “tutto” e soprattutto ho avuto la fortuna di avere una buona famiglia che mi vuole bene.

Miceli Paolo 3 B