• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Una lezione può cambiare una vita ed anche un incontro può farlo.

Una lezione può cambiare una vita ed anche un incontro può farlo.

La casa circondariale di Noto superando le innumerevoli difficoltà oltre ad aver attivato le lezioni online attraverso una piattaforma e permettendo alla scuola di continuare le lezioni con la didattica a distanza ed interagire così meglio con i propri studenti, ha portato avanti il progetto “Dentro e fuori due realtà che si incontrano”. Il progetto sopra indicato con gli studenti frequentanti il corso Ipsia della Casa di Reclusione di Noto, ha fornito un percorso formativo didattico continuativo ed articolato agli studenti del Liceo Scientifico di Canicattini Bagni, circa i temi: devianza, legalità, sistema punitivo e realtà detentive, la società, la norma e i sistemi totalitari, pregiudizio e stereotipo. La complessità dei contenuti è stata affrontata sotto diverse prospettive. L’attività ha previsto di realizzare un confronto diretto tra alunni e detenuti relativo ai contenuti trattati e la quotidianità del vissuto di reclusione. È stata un’ora densa di domande quella che ha caratterizzato l’incontro del 6 giugno online con alcuni alunni-detenuti della casa di reclusione di Noto, che oltre a dimostrarsi disponibili si sono mostrati anche sensibili alle domande che gli ho posto. Abbiamo iniziato trattando i rapporti con i familiari e gli affetti dei detenuti, che come loro stessi affermano sono stati molto ridotti rispetto al periodo precedente al lockdown. Proprio questo, come si è discusso nell’incontro, ha condotto alla solitudine ed al pensiero, vissuti diversamente da chi è all’interno di una casa di reclusione e da chi è all’esterno. Altro argomento di domande è stata la scuola, che oltre ad occupare la giornata degli alunni, ha tenuto impegnati i detenuti in varie attività. A prova di ciò vi è la partecipazione nell’incontro online delle due insegnanti Rita Palermo e Maria Mondo, che hanno aiutato il confronto e che si sono inserite nella discussione favorendone il dialogo. Viene trattato anche il tema della libertà, intesa come possibilità ad uscire e, nella situazione vissuta durante il lockdown, ad avere contatti o incontrarsi personalmente con altra gente. A discussione finita, posso affermare di aver visto quello che speravo di vedere: le persone che sono all’interno di queste case di reclusione appare sensibile e disponibile al contatto con altre persone. Non si può sicuramente definire ignorante, lo posso affermare in seguito al confronto che abbiamo avuto, l’istruzione diventa necessaria, riabilita e propone un cambiamento. Al contrario, sono rimasto colpito da una frase detta da uno di questi detenuti: “ci sono innocenti in carcere e delinquenti fuori”. Sono in parte d’accordo con ciò, la frase delinea pienamente la società di oggi ed è proprio per questo che definisco questa gente “onesta socialmente” perché ha capito cosa significa sbagliare e quanto sia difficile avere una seconda possibilità nella vita, si sono resi conto che c’è una possibilità di recupero basta essere un più fiduciosi nelle istituzioni.

Salvatore Giangravè classe 4 A