Ambiente, la Terra ci sta chiamando. Rispondiamo?

“Ambiente- ripartire in modo sostenibile” è stato il tema trattato durante il terzo appuntamento con la Summer- School Dire, diregiovani.it del 3 luglio. Ospite negli studi della redazione romana dell’agenzia di stampa è stato Alessandro Botti, presidente dell’associazione Ambiente Mare Italia, che ha risposto alle domande su ambiente e situazione post-covid, poste dai giovani partecipanti al corso di giornalismo estivo.

“Essere ambientalista significa essere umanista, ossia difendere l’uomo da sé stesso”,  ha esordito Botti- nella mentalità umana è intrinseco il concetto di essere dominatore e padrone dell’ambiente, ma la verità è un’altra: l’uomo è ospite. Durante gli ultimi tempi la Terra sta cercando di comunicarci attraverso continui segnali che l’era antropocene è terminata, e che stiamo entrando nella cosiddetta era dell’estinzione del genere umano”. 

Il presidente Ami ha sottolineato come l’uomo non sia la specie dominante e che ne sono prova i fatti di Chernobyl: le radiazioni non sono nocive per gli animali che riescono ad adattarsi e a sopravvivere anche nelle zone dichiarate “rosse”. 

“A meno che non intervenga un profondo cambiamento nelle abitudini dell’uomo- ha aggiunto Alessandro Botti-  la pandemia globale che abbiamo attraversato testimonia come le consuetudini umane possano e debbano essere modificate. Il lockdown ha permesso, infatti, alla natura di tornare a respirare, libera dall’onnipresente dominio umano.

Durante l’incontro on-line si è parlato di una pubblicazione dell’800, in cui la  Terra personificata come Gea, per difendersi dal genere umano, visto come un virus, emana anticorpi: questi non sono altro che le cosiddette epidemie, come ad esempio l’HIV, la mucca pazza, la SARS e l’attuale COVID-19. Seguendo questa teoria, l’unica strada che possediamo è quella di un repentino cambio di rotta: affinchè ciò avvenga, dovremmo seguire alcune regole. Anche Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha deciso di intraprendere un percorso ecosostenibile, creando l’European Green Deal e stabilendo la dead-line per il 2050. Alessandro Botti le ha sintetizzate in cinque importanti punti, che ognuno dovrebbe tenere in considerazione. Ad esempio, bisognerebbe cominciare ad imboccare la strada del consumo consapevole, diminuendo l’utilizzo della plastica nelle nostre case, scegliendo bottiglie di acque in vetro ricaricabili e comprando shampoo e saponi sfusi. Infatti, anche soltanto un’azienda come la Coca-Cola produce 108 miliardi di bottiglie di PET l’anno. Inoltre, si dovrebbe sfruttare di più la risorsa delle auto ibride che permettono di inquinare meno. Oppure sarebbe necessario incrementare l’uso di mezzi pubbici o, in alternativa, di biciclette e monopattini.

Il consumo consapevole si dovrebbe riflettere anche sugli acquisti alimentari e sull’abbigliamento: dovremmo infatti incoraggiare la moda etica e i prodotti biologici.

Un’altra risorsa scoperta a causa dell’emergenza sanitaria è lo smart-working: grazie a questo, lo spostamento dei lavoratori è diminuito e, di conseguenza, anche l’inquinamento del 30-40%.

In conclusione, l’indifferenza di molti può causare una forte demoralizzazione, ma Alessandro Botti incoraggia a non smettere di lottare per ciò in cui si crede: “un’inversione di rotta è possibile, dipende solamente da noi”.

Veronica Serafino, II E, istituto tecnico turistico ‘Einaudi’, Roma

Sara Squarzola, I D, liceo classico ‘Minghetti’, Bologna