La scuola del futuro fra tradizione e innovazione

“La scuola del futuro” è stato il tema dell’appuntamento mattutino del 2 luglio, durante la diretta della Summer-School Dire, diregiovani.it rivolta agli studenti del territorio nazionale che, in questi giorni, si sono accostati al mondo dell’informazione ed alle tecniche del giornalismo.
L’Open Data Manager Pierfrancesco Paolicelli (Piersoft) e i docenti Olga Cirillo e Carlo Mazzone sono stati gli ospiti dell’incontro on-line, in cui si è discusso della scuola del domani e dell’esperienza della DaD, durante i mesi di emergenza sanitaria da Coronavirus. Gli insegnanti, sollecitati da domande poste dai ragazzi, si sono mostrati aperti a un tipo di scuola più digitalizzata, ritenendo obsoleto “far scrivere ancora solo a penna e studiare solo su libri stampati”.
Uno svecchiamento del sistema scolastico potrebbe portare a un miglioramento delle prestazioni degli studenti italiani, non troppo brillanti secondo le statistiche?
Durante il periodo di emergenza dovuto alla pandemia di Covid-19 è venuto fuori tutto ciò che era rimasto nascosto sotto il tappeto e si sono aperti gli occhi sui settori più in crisi nel nostro Paese. Primo fra tutti a trovarsi in difficoltà è stato il settore dell’istruzione, rimasto fermo a troppi anni fa. Docenti, studenti e dirigenti scolastici si sono trovati impreparati di fronte ad un nuovo tipo di scuola, fatta non più da persone e sguardi, ma da webcam e microfoni. La stessa insegnate Cirillo, nonostante affermi che la sua esperienza con la DaD sia stata positiva, ci tiene a precisare che nonostante, come docente, faccia corsi di formazione sul digitale da almeno 10 anni, in questo periodo questi ultimi non le sono tornati utili, poiché scollegati dalla realtà e poco concreti. Lo stesso sistema di compartizione delle materie è troppo rigido, le discipline sono distinte troppo nettamente, escludendo la possibilità di un sapere liquido. Studiando su libri diversi materie diverse, separate tra loro dal suono di una campanella, il sapere è suddiviso in compartimenti stagni, rendendo difficoltoso il dialogo interdisciplinare. Racchiudendo tutti i testi scolastici in un unico dispositivo potrebbe diventare invece più semplice far interagire le conoscenze, sviluppando inoltre nuove competenze nell’ambito della multimedialità. La tecnologia favorisce un apprendimento di gran lunga più veloce, facilitando al contempo, però, un rilascio rapido di quanto studiato, causato dalla povera mole di lavoro che c’è dietro l’assimilazione dei contenuti. La scuola del futuro dovrebbe, dunque, essere una commistione tra cartaceo e multimediale per favorire un apprendimento completo ed efficace.
Carmen Francesca Scognamiglio
III C liceo “Flacco”, Portici (NA)