Ripartire Sostenibilmente… si può?

 

 La pandemia scatenata dalla diffusione del Covid-19 ha aperto il dibattito ai nuoviscenari futuri. È possibile riprendere la vita sul Pianeta in modo più sostenibile, evitando una futura crisi climatica e diminuendo le probabilità di ripresentarsi di nuovi patogeni?

 

Sono queste le domande che migliaia di cittadini italiani, ma non solo, si pongono. La tragedia che ci ha colpiti, infatti, obbligandoci a mesi di blocco assoluto delle attaività quotidiane e di rinuncia a una libertà che non ci è mai parsa così preziosa, ci ha concesso l’opportunità di riflettere seriamente sul nostro stile di vita e sui modelli di intervento sul Pianeta che abbiamo seguito fino a oggi.

E che ora abbiamo l’occasione di cambiare, una volta per tutte.

Sono innumerevoli le immagini della natura che, grazie all’assenza dell’uomo, si riappropria dei propri spazi che nel corso degli anni le erano stati estirpati, sottratti restituendoci una sensazione di serenità, seppur nella tragedia.

 

 

Ma era davvero necessario arrivare a questo per far riprendere la natura intorno a noi?

 

 

In molti si chiedono se da questa esperienza impareremo qualcosa oppure una volta liberi torneremo a comportarci e inquinare come prima.

Perché se da un lato c’è una pandemia scoppiata all’improvviso le cui migliaia di morti sono sottao i nostri occhi, dall’altro ci sono i 75mila decessi l’anno a causa dell’inquinamento atmosferico.

In questo, il Covid-19 forse ha saputo mostrarci la via da seguire, facendoci capire che rimanere fermi in attaesa del collasso non è la scelta giusta.

       
       
 

 

La chiave di volta per impostare un modello diverso che ci consenta di sfruttaare le risorse del Pianeta in armonia con esso, ha un nome: Green Economy.

Un modello di sviluppo che punta alla sostenibilità, al rispetto per l’ambiente, alla riduzione dei consumi e alla spinta verso l’economia circolare e le fonti rinnovabili.

 

 

 

A inizio marzo Ursula Von der Leyen, presidentessa della Commissione europea, ha proposto un’ambiziosa legge sul clima o EGD, finalizzata ad azzerare le emissioni nettee entro il 2050.Naturalmente il pericolo concreto è che tuttai i buoni propositi vengano però temporaneamente accantonati per riuscire a garantire una ripartenza adeguata a livello produttaivo ed economico. Anche se il momento di cambiare le cose sarebbe proprio questo e diffiicilmente potremo avere un’altra occasione del genere.

 

 
   

Numerose sono state  le proposte da parte dell’Onu a tutti gli stati membri seppure mai compite, anche per via degli Stati in via di sviluppo che sebbene avendo firmati i pattai, non hanno poi mai messo in pratica ciò di concordato.

Nicolò Cipriani