Una generazione in quarantena


Coloro che dovrebbero essere i protagonisti del presente e scrivere il futuro: i giovani e la vita nei mesi di lockdown. 

“Durante i tre mesi di quarantena, ci siamo ritrovati davanti alla persona che non vorremmo mai incontrare: noi stessi”. Così Tommaso Cotellessa, studente aquilano appena maturato, durante “Giovani: siamo la generazione della crisi?” la diretta live del 3 luglio della Summer- School Dire, diregiovani.it .

In collegamento sui canali social dell’agenzia di stampa nazionale con la studentessa universitaria di Milano Mercedes Vitali ed il direttore dell’Agenzia Nazionale Giovani Domenico De Maio, Tommaso ha raccontato la sua esperienza nella fase 1 di distanziamento fisico da Coronavirus. Dopo aver portato alla luce gli aspetti della condizione attuale dei giovani, Tommaso e Mercedes ammettono di sperare che tutti i loro coetanei, ma non solo, ricordino i giorni trascorsi a casa o lontani da casa, da soli o in compagnia, alla scoperta di una sana solitudine, diversa dalla vita frenetica alla quale si era abituati.

Particolare attenzione è rivolta a ciò che, paradossalmente, i ragazzi hanno dato agli altri privandosi di qualcosa senza la quale non si definirebbero tali: la libertà. Si è discusso della mancanza di socialità fisica e diretta che da sempre serve alle nuove generazioni per crescere e conoscersi e che, in questo caso, è stata colmata dall’uso delle nuove tecnologie, fortemente utilizzate anche in ambito scolastico. A tal proposito è intervenuto il direttore Domenico De Maio: “Oggi non si dovrebbe parlare d’istruzione, ma di conoscenza”. De maio afferma che si debbano portare gli studenti a
sviluppare le proprie capacità con progetti riguardanti la cittadinanza attiva, l’attualità e la realtà socio-economica. Staccando, in tal modo, gli occhi dai paragrafi dei libri che sono utili solo se portano a guardare il mondo da più prospettive e ad aprire la mente al cambiamento.

Ma perché vi è una demonizzazione di una generazione che negli ultimi mesi si è mostrata disposta a sacrificarsi per gli altri e si è dedicata a
riscoprirne i valori? Domenico De Maio risponde chiaramente affermando che ciò nasce dalla paura del diverso nei confronti dei ragazzi: “Difficilmente i giovani vengono messi al primo posto perché la società tende ad auto conservarsi, a non ascoltare i ragazzi ed escluderli con un atteggiamento di ostilità”.

E’ dovere di ognuno valorizzare i propri diritti, portando a confronto le nuove generazioni e gli adulti affinché si scriva un futuro sicuro e all’altezza di tutti.

Alice Pellegrino, III C
Liceo Scientifico “Alessandro Volta” di Reggio Calabria