Il mondo in lockdown: due generazioni a confronto

Anna Di Cesare e Claudia Simonetti, rispettivamente di 80 e 14 anni, raccontano le differenze generazionali durante l’emergenza pandemica in ambito informativo e sanitario.

La gestione sanitaria è stata al centro delle polemiche nell’ultimo periodo, a causa dell’epidemia di Covid- 19 e delle scarse risorse e risposte in ambito medico.  Il popolo italiano si è trovato difronte ad una situazione sconosciuta ed ha fatto affidamento sull’ informazione via web e televisiva. Spesso, questo ha portato ad uno stato di caos e confusione maggiore a causa delle fake news e delle opinioni contrastanti riguardo il virus.

Ad approfondire la questione sono state Anna, 80 anni, e Claudia, 14. Entrambe di Roma, le intervistate rappresentano due generazioni a confronto, che hanno raccontato le loro esperienze personali.

 

Come vi siete tenuta informate sugli sviluppi della pandemia da Coronavirus?

Claudia: “Ho cercato di tenermi aggiornata con info su internet”.

Anna: “Seguendo i telegiornali e leggendo giornali cartacei”.

Vi è capitato di incappare in fake news, solo in seguito smentite?

Claudia: “Non ho prestato attenzione alle news smentite, ma molte informazioni erano contraddittorie”. 

Anna: “Non credo mi sia mai capitato, ma non sono in grado di riconoscere quando una notizia è falsa”.

Credede che le notizie, ufficiali e false, abbiano contribuito allo sviluppo della pandemia?

Claudia: “Non credo che sia stata rilevante la veridicità delle notizie, quanto invece il tardo arrivo di esatte disposizioni di precauzione sanitaria”. 

Anna: “Non credo. Penso che le notizie informino le persone e sta a loro decidere se crederci o meno. Nel momento in cui le persone non sono prudenti e non fanno ciò che il governo consiglia, ogni notizia diventa inutile”.

Dal  vostro punto di vista, la sanità in Italia era pronta ad affrontare un’emergenza di questo genere?

Claudia: “Inizialmente, è stata una situazione difficile da gestire per la sanità italiana, ma alla fine i risultati ci confermano che il nostro è stato tra i paesi più efficienti a gestire l’emergenza sanitaria, a dispetto di altri.

Anna: “Non ne sono convinta al 100%. Secondo alcuni aspetti, la sanità italiana è un po’ carente, ma di certo la gestione del contagio avrebbe potuto essere peggiore”.

Qualora venisse trovato un vaccino al Covid19, sareste disposte a farlo?

Claudia: “Vista la capacità di questo virus di mutare e la possibilità che si ripresenti con il calo delle temperature, se fosse messo a punto un vaccino valido e sicuro, mi sottoporrei con tranquillità alla procedura di vaccinazione”.

Anna: “Perché no,  se avrò la certezza che non vi saranno controindicazioni lo farò senza problemi”.

Martina Simonetti,  Chiara Solfanelli

Liceo Giulio Cesare Roma










Martina Simonetti  Chiara Solfanelli

Liceo Giulio Cesare Roma