Cosa ci può insegnare il Covid-19

Uno dei principali argomenti riguardanti la pandemia di Covid 19, che negli ultimi mesi si è diffuso in tutto il mondo, è la necessità da parte del singolo, ma più in generale, dello stato di ripartire in modo sostenibile, cioè adottando un nuovo stile di vita o cambiando mentalità nei confronti di abitudini o azioni con un grave impatto ambientale.

Infatti il Covid 19 se da un lato rappresenta una delle più grandi tragedie degli ultimi anni, dall’altro ci è servito anche per capire che il nostro stile di vita nonché il nostro modo di apportarsi all’ambiente è profondamente sbagliato e ha dimostrato che il cambiamento delle condizioni climatiche non è un mito, bensì una triste verità. Il presidente dall’associazione ambientalistica Ambiente Mare Italia (AMI) Alessandro Botti sostiene che sia stato proprio l’uomo a causare questa pandemia (e anche altre come il morbo della mucca pazza o l’epidemia di ebola) per via del suo “atteggiamento di dominio nei confronti della natura che non fa altro che ritorcersi contro”; egli cita anche il presidente del Brasile Bolsonaro che sta attuando una disastrosa politica di deforestazione della foresta dell’Amazzonia.

Un’altra conseguenza della pandemia è stata il ritorno degli animali nelle città, come ad esempio il ritorno dei pesci nei canali di Venezia a causa dello stop al traffico marittimo e turistico, o la spontanea pulizia dei fiumi, come ad esempio il Sarno che, durante la quarantena, una volta tornato ad avere acque cristalline e limpide è stato nuovamente inquinato nel giro di due settimane dalla fine del lockdown, rimarcando questo duplice punto di vista da cui si può leggere la pandemia: da una parte una tragedia per l’uomo ma dall’altra un manna dal cielo per la flora e la fauna.

Il primo passo verso un nuovo inizio all’insegna della sostenibilità è il già citato cambiamento di mentalità: Alessandro Botti afferma che esso “è possibile perché si rifà allo spirito di sopravvivenza di un uomo che sta uscendo ferito da questa situazione di crisi umanitaria. Proprio a causa della gravità della situazione esso cambierà sensibilità e prospettiva e inizierà a pianificare meglio il futuro”. Inoltre egli ritiene che non sia ancora troppo tardi per fare ciò, citando gli esempi di Venezia e del Sarno.

Per quanto riguarda il dopo Covid 19 e la nuova politica in favore della sostenibilità il presidente dell’AMI sostiene che il peso maggiore sarà dalla parte del singolo consigliando di “ridurre il consumo della plastica, iniziare a tenere d’occhio i consumi, ricaricare le bottiglie di plastica per evitare di buttarle via dopo poco tempo e iniziare a essere un punto di riferimento per la propria famiglia, per gli amici e per il proprio quartiere.” Invece alla comunità e allo stato consiglia di “ripartire da un’economia green più sostenibile, ridurre l’inquinamento autostradale e, soprattutto, investire nella ricerca scientifica come nuovo faro che può condurci a un futuro migliore per le generazioni future”.

Matteo Gambetti