Didattica a distanza, ha funzionato? Tiriamo le somme

L’anno scolastico è finito e dopo più di 3 mesi di lockdown a causa della nuova pandemia (Covid-19) possiamo tirare le somme e dare una visione per lo più imparziale ed oggettiva su ciò che è stata la DAD, didattica a  distanza. Innanzitutto dire che la DAD abbia messo tutti gli studenti allo stesso livello è assolutamente errato in realtà ha ampliato queste differenze, in effetti, i gruppi sociali più poveri e più svantaggiati hanno il rischio di allontanarsi ancora di più non frequentando le lezioni. Inoltre, ci sono degli studenti che sono disposti e hanno voglia di fare le lezioni, ma mancano di risorse e vivono in famiglie svantaggiate quindi non sono in grado di frequentare l’insegnamento.

Molti ragazzi non dispongono di un PC, mancano di una connessione stabile per garantire la frequenza scolastica, istruzione per l’uso responsabile di Internet, mancanza di conoscenza sull’applicazione di semplici istruzioni e persino mancanza di spazio familiare per svolgere attività scolastiche .

Per non parlare degli studenti con disabilità o degli studenti delle scuole elementari. Per accedere alla piattaforma e caricare e scaricare materiale didattico, hanno bisogno della costante compagnia degli adulti e non tutti i bambini possono fare affidamento su di essi. O anche i professori più anziani che si trovano alle prese con strumenti sicuramente nuovi per loro.

La scuola è basata su socializzazione, confronto, cooperazione e condivisione e la didattica a distanza tende a enfatizzare le debolezze dell’emarginazione degli studenti, ad eccezione di pochissimi.

Infine non dimentichiamoci dei problemi legati alla privacy e configurazione dei dati. E tutte le aziende che cercheranno di appropriarsi di tutti i dati possibili per rivenderli a terze parti

MA NON HA AVUTO SOLO NOTE NEGATIVE, PER ESEMPIO

Innanzitutto, si deve riconoscere che, nonostante le molte difficoltà, l’apprendimento a distanza ha permesso di continuare l’anno scolastico e, soprattutto, ha mantenuto il rapporto tra insegnanti e loro classi. 

La partecipazione ai corsi online è stata molto alta, sebbene sia difficile e spesso ingiusta, ma evidenzia il desiderio della maggior parte degli studenti di stare insieme:

Questo è stato un periodo difficile per tutti: per studenti, insegnanti e famiglie. Molte persone si sono trovate ad affrontare il virus in prima persona o sono stati costretti a vedere parenti o amici litigare, e molti altri hanno perso il lavoro. A volte la situazione è così difficile che non riusciamo nemmeno a trovare parole per esprimerla.

di Matteo Mancini, IIS Di Vittorio-Lattanzio, Roma