La didattica a distanza ai tempi del Covid-19

 Il 9/03/2020 l’Italia è stata dichiarata zona rossa a causa del covid-19, un ceppo della famiglia dei coronavirus. Molte sono state le restrizioni, ma a colpire principalmente noi giovani è stata la chiusura delle scuole, all’inizio noi tutti eravamo entusiasti nel saltare delle settimane scolastiche ma ben presto abbiamo capito che non saremmo tornati presto a scuola e a preoccuparsi maggiormente sono stati gli studenti che dovevano sostenere gli esami, chi di terza media, chi la maturità e chi la laurea. 

Questa situazione ha messo sotto i riflettori la necessità e l’urgenza di attivare modalità di didattica a distanza, la cosiddetta DAD. Purtroppo il sistema scolastico italiano in ciò ha fallito. Innanzitutto la scuola a distanza non può sostituirsi a una relazione educativa in aula, in cui i docenti e studenti non comunicano solo con le parole i testi, ma anche con gli sguardi. Nelle scuole ci sono anche altri operatori come i “bidelli” che soprattutto nelle scuole primarie sono spesso fonte di conforto. La sospensione forzata del sistema scolastico ha interrotto bruscamente proprio questa rete di rapporti come detto anche dal docente Carlo Mazzone che durante l’intervista sul canale youtube dell’agenzia DIRE ha ribadito come fosse importante la figura di un professore non solo dal punto di vista didattica, ma anche come guida, come sostenitore. Tra gli altri aspetti negativi abbiamo visto come per qualche scuola più avanzata la Dad sia diventata una alternativa immediata e concreta, mentre per tante altre scuole è risultata un’emergenza per cui è stato o è ancora necessario formare in fretta e furia il personale. Non si è trattato solo di individuare appropriate attrezzature e risorse, ma verificare anche gli aspetti positivi e negativi di un cambiamento così immediato. Infatti tra gli aspetti negativi abbiamo visto come la didattica a distanza non mette tutti gli studenti sulla stessa barca, riducendo addirittura le distanze sociali: in realtà le conferma e in molti casi le amplia . La scuola che già in tempi meno complicati era colpevole di portare con sé le diseguaglianze presenti nella società e di non rappresentare più quell’ascensore sociale che le elimina con la didattica a distanza raggiunge cime di paradossale esclusione . Infatti le fasce sociali più povere e svantaggiate rischiano una dispersione, ci troviamo in una situazione dove magari alunni volenterosi, ma con carenti mezzi , che vivono in famiglie disagiate , sono messi nella condizione di non poter partecipare alla didattica o di farlo in modo precario (scarso è stato l’intervento delle scuole che sono state sostituite da enti beneficiari nel reperire i mezzi necessari). A molti bambini e ragazzi mancano i PC (personal computer), mancano le connessioni stabili, mancano le conoscenze per applicare semplici istruzioni o addirittura mancano degli spazi domestici adeguati. Per non parlare degli studenti con disabilità o dei bambini della scuola primaria che per partecipare e scaricare materiali didattici hanno bisogno della presenza costante di adulti, su cui non tutti i bambini possono contare. E non bisogna scordare anche i professori più anziani vicino alla pensione che si possono trovare in grave difficoltà. Inoltre non bisogna scordare l’impatto della didattica a distanza che può avere sui bambini appena scolarizzati che possono iniziare ad associare la scuola al cellulare, la scuola deve rappresentare una comunità educante fatta di socializzazione , confronto, cooperazione e condivisione. Tra gli altri aspetti negativi la didattica a distanza con i suoi relativi problemi di connessione e di password, porta con sé l’effetto di ridurre gli spazi di discussione e confronto tra docente e alunno come le interrogazioni e verifiche e quindi una scorretta valutazione degli alunni. Alcuni docenti, infatti, hanno interpretato tale modalità di insegnamento come un mezzo per assegnare compiti, esercizi e capitoli da studiare. Tra gli aspetti positivi possiamo dire che anche se con molti problemi si è riuscito a concludere lanno scolastico. Inoltre a parer mio la didattica a distanza è il futuro della scuola e quindi con questo fallimento abbiamo capito quali sono gli aspetti da migliorare.

In conclusione posso dire che questa DAD non è stata bocciata ma rimandata al futuro.

di Marius Melestean, IIS Di Vittorio-Lattanzio, Roma