Lo scopo dei classici

Perché studiare le lingue classiche? Per un lungo periodo il motivo era chiaro: non c’era molto altro da leggere. L’Europa medievale leggeva e scriveva in latino, anche se la sua forma parlata era cambiata così tanto che diventò il francese e lo spagnolo antichi. Durante il Rinascimento la riscoperta del greco ha reso indispensabile che anche i più colti lo sapessero. Da quel momento in poi, i “classici” hanno avuto successo: anche se le persone iniziarono a scrivere nei loro dialetti, impararono lo stesso il latino e il greco, al punto che queste stesse lingue diventarono un segno di educazione. E dato che l’educazione era limitata alle classi superiori e al clero, diventarono sinonimo di potere.

Da quando il palese snobismo non è più di moda, i sostenitori dei classici hanno cambiato le loro convinzioni. Le lingue classiche sono un buon allenamento per la mente, ora molti argomentano. Latino e greco, con le loro varie casistiche, costringono i lettori e gli studenti a prestare attenzione alla funzione grammaticale di ogni parola contenuta in una frase, migliorando ed incidendo anche sulla grammatica della loro lingua madre. Ma apprendere latino e greco è davvero il miglior modo per raggiungere quell’obiettivo? Per imparare i casi, si potrebbe scegliere una lingua viva come il russo o il tedesco. La maniera giusta per istruirsi sulla grammatica di una lingua è studiarne la grammatica.

Nicola Gardini, professore di letteratura a Oxford, non ha tempo per il discorso “allena la tua mente” riguardo al latino; il sottotitolo del suo libro “Long Live Latin”, pubblicato l’anno scorso, è “Il Piacere di una Lingua Futile”. Una gloriosa civiltà è stata costruita dalle radici del Latino. È vero, le grandi opere della civiltà romana possono essere lette già tradotte, e scoprirle nella loro forma originale richiede uno sforzo. Ma, dice il professore, ciò ti permette di “entrare nel mondo degli antichi, che è l’opposto del desiderio di trasportarli nell’età contemporanea”.

Il fatto che greco, latino, sanscrito e simili siano lingue molto complicate, dense di particolarità grammaticali, può suggerire che queste abbiano indotto le persone a sviluppare un maggiore rigore di pensiero. Non dovrebbe essere così. Tutte le lingue sono facili per i loro madrelingua. Anche quelle antiche con varie evoluzioni come il greco e il sanscrito.

Il cinese tradizionale è l’opposto di una lingua come il latino, è quasi interamente monosillabica e manca di rigide distinzioni tra le parti del discorso. Invece di renderla più facile, ciò introduce soltanto diverse difficoltà.

Il professor Gardini fornisce un ulteriore motivo per studiare le lingue classiche: ”il racconto delle nostre vite è solo una frazione della storia intera… la vita è iniziata ben prima di quando siamo nati.” Questo è davvero il contrario di un’argomentazione pratica, è meditativa ed efficace in sé stessa. Imparare una lingua perché era parlata da persone brillanti duemila anni fa significa celebrare il mondo; quindi non un modo per migliorarsi, ma una maniera per scendere dal piedistallo.


Ottavia Cavazza – classe 2H