Italia, primi per morti causate da polveri sottili

Sulla scia di alcuni allarmanti rapporti usciti già negli scorsi anni, siamo il primo paese in Europa, e undicesimo nel mondo, per morti premature da esposizione alle polveri sottili Pm2.5.
Ogni anno 80mila persone muoiono a causa dell’aria inquinata solo in Italia. Inondazioni, incendi, sconvolgenti ondate di calore, fenomeni atmosferici non sempre anomali, ma la cui potenza e frequenza è in costante aumento: innalzamento del livello dei mari, cambiamenti climatici, diffusione di malattie infettive sconosciute, sono temi che fino a qualche tempo fa pensavamo non potessero toccarci. Non solo ci stanno toccando, ma ci stanno anche uccidendo. Tutto questo impatta sul dato umano e su quello economico. Le ondate di calore che investono alcune aree, in particolare del Mediterraneo, riducendo le ore lavorative. Sono 30 i nuovi casi di grave danno ambientale accertati in Italia nel biennio 2017-2018 dall’ Ispra, il centro studi del Ministero dell’Ambiente. Tra questi, le discariche di Chiaiano e Casal di Principe in Campania, quelle di Malagrotta e Anagni nel Lazio, quella di Bellolampo in Sicilia, le emissioni della Tirreno Power a Vado Ligure e Quiliano, l’interramento di liquami, fanghi e scarti di lavorazione a Rende in provincia di Cosenza. I 30 casi hanno interessato soprattutto le acque sotterranee (32%), laghi e fiumi (23%), i terreni (19%). Sono i dati del primo rapporto sul danno ambientale dell’Ispra, presentato stamani alla Camera.

Syria Patti, III BL