La maturità ai tempi del Covid-19

Il binomio Coronavirus-scuola è uno dei più complessi da capire. Secondo la ministra Azzolina, poiché la maggior parte degli studenti sta seguendo la didattica a distanza, per favorire la quale saranno investiti più di 200 milioni, non c’è alcun motivo, fortunatamente, per prolungare l’anno scolastico a luglio e agosto. Se questa sembra essere una notizia positiva, i veri problemi riguardano lo svolgimento degli esami di stato, in modo particolare quello di maturità. Dal momento che non sappiamo ancora se sarà possibile un rientro a scuola, nessuno sa neanche bene come strutturare l’esame. La ministra chiede che si tratti comunque di un esame serio e che tenga conto degli sviluppi dell’apprendimento, per questo aveva chiesto a docenti ed alunni di inviarle le loro proposte su come poter strutturare l’esame. Tra le varie proposte arrivate, tra cui quelle che suggerivano un 60 politico annullando l’esame, quelle che sostenevano la necessità di svolgerlo a distanza e quelle che ritenevano opportuno annullarlo e passare gli studenti con una media basata sull’andamento di tutti e cinque gli anni di superiori e che, a parer mio, sarebbe stata la scelta più azzeccata, la ministra ne ha decisa un’altra. Se non sarà possibile il rientro a scuola prima del 17 maggio, l’esame di stato subirà una drastica modifica: saranno eliminate le due prove scritte, sostituite da un “maxi orale” della durata di un’ora che potrebbe comprendere anche la risoluzione di problemi matematici allo scientifico e una traduzione all’impronta al liceo classico. Questa proposta non sembra in linea con il “voler aiutare gli studenti” tanto osannato dalla ministra, in quanto aggiunge alla discussione dell’orale, che è già una situazione satura di ansia, un ulteriore stress causato dal poco tempo a disposizione e dalla paura di sbagliare e di ritrovarsi con un voto più basso a causa di un segno sbagliato o di una parola tradotta male. Se sarà necessario usufruire di questa modalità di svolgimento, l’orale varrebbe 60/100, mentre i restanti 40 punti sarebbero attribuiti sulla base del rendimento scolastico durante tutto il triennio.
In questa situazione, la commissione sarebbe composta unicamente dai membri interni a ciascuna scuola e da un unico commissario esterno che servirebbe da supervisore allo svolgimento corretto della prova.
Seppur improbabile, sono state prese decisioni concernenti l’esame anche nel caso di un rientro nelle aule agli inizi di maggio. In questo caso l’esame non subirebbe variazioni, con le due prove scritte e gli orali: a mio avviso in questa eventualità la scelta degli argomenti delle prove scritte dovrebbe tener conto delle lacune dovute alla mancata conclusione dei programmi e sarebbe affidata alla commissione stessa. Staremo a vedere, nel frattempo incrociamo le dita…
Laura Cappelli /Liceo Classico Galileo di Firenze