Ancora una speranza per i rinoceronti bianchi!

Rinoceronte Bianco - Foto gratis su PixabaySiamo in Italia, a Cremona. È infatti nella città italiana che sono rinate le speranze per provare a salvare i rarissimi rinoceronti bianchi: gli scienziati sono riusciti a fabbricare artificialmente un embrione, che sarà impiantato nell’utero di una madre surrogata, di rinoceronte bianco settentrionale, di cui al mondo rimangono soltanto due esemplari, entrambi femmina. Il protagonista di quest’ultimo tentativo di salvare il rinoceronte è Avantea, un laboratorio italiano di tecnologie avanzate per la riproduzione animale.
Il team di Avantea ha raccolto ovociti dalle due esemplari femmine rimaste, per poi inseminarle artificialmente con sperma congelato di esemplari maschi deceduti: così da produrre due embrioni vitali di rinoceronte bianco settentrionale.
La procedura è stata poi ripetuta ed è presto stato prodotto un nuovo embrione, dimostratosi quindi una procedura sicura e replicabile, che può essere eseguita prima che gli animali diventino troppo vecchi, aumentando significativamente le possibilità di preservare la specie.
Il più grande ostacolo riscontrato nell’inseminazione artificiale delle femmine di rinoceronte bianco è legato alla collocazione delle ovaie, che si trovano all’interno dell’addome e che rendono così impossibile la classica inseminazione tramite l’inserimento di un tubo contenente il liquido seminale nella vagina. Per ovviare a questo inconveniente, il professor Thomas Hildebrandt, del Leibniz Institute for Zoo and Wildlife Research di Berlino, ha inventato uno strumento per raccogliere e fecondare gli ovociti.
Questa operazione, assai complessa e rischiosa, è stata effettuata con uno scanner a ultrasuoni, per consentire a Hildebrandt di seguire punto per punto l’inserimento dell’apparecchio un metro e mezzo dentro la pancia dei due esemplari rimasti. Questo procedimento è una vera e propria lotta contro il tempo: superare la soglia delle due ore di intervento avrebbe significato far soffrire terribilmente le due femmine a causa dell’anestesia. Gli ovociti fecondati sono poi stati trasferiti a Cremona, dal professor Cesare Galli, il fondatore di Avantea nel 1991, che, utilizzando una tecnica già sperimentata con altre specie di rinoceronti, è riuscito ad ottenere il primo embrione in vitro del rinoceronte bianco.
Se pensiamo che solo pochi anni fa si era spento Sudan, l’ultimo maschio della specie, sembra un miracolo che le due femmine siano riuscite a sopravvivere abbastanza a lungo da poter godere dei progressi della scienza.
Laura Cappelli / Liceo Classico Galileo di Firenze