Coronavirus, in Cina sarà vietato mangiare cani e gatti

La diffusione del Corona Virus ha prodotto un cambiamento epocale in Cina, una vera e propria “rivoluzione culturale”. Non sarà più permesso in Cina mangiare né cani né gatti. I nostri più affezionati animali domestici escono per la prima volta da un elenco ufficiale nel quale sono citate ancora 88 specie animali, tra cui figurano suini, bovini, ovini, pollame e cammelli, che possono essere macellati e consumati.
Il Ministero dell’Agricoltura e degli Affari rurali cinese ha redatto qualche giorno fa un testo di legge che sarebbe in fase di “consultazione aperta”, ovvero sottoposto al giudizio del pubblico che è chiamato a suggerire o ad apportare modifiche che possano migliorarlo. Anche se in fase di definizione, tale testo costituisce una vera e propria svolta culturale innescata dall’ipotesi attendibile che il Covid-19 sia stato originato dal pipistrello a ferro di cavallo o dal pangolino con la conseguente trasmissione all’uomo che sarebbe partita dal mercato Huanan dove il patogeno sarebbe stato identificato per la prima volta. Il testo di legge e i divieti imposti su cani e gatti provocherebbero un danno rilevante su un giro di affari annuo stimato tra i 20 e i 30 miliardi di dollari. Secondo le nuove disposizioni cani e gatti non rientrerebbero più nella categoria “bestiame” ovvero non farebbero più parte della lista di animali che “sono stati addomesticati e fatti riprodurre per lungo tempo” allo scopo di ottenere prodotti come carne, uova, pellame o per scopi medicinali e militari. Già nello scorso febbraio, a sorpresa, il Comitato permanente dell’assemblea legislativa aveva sollevato il problema del commercio e del consumo di carne di animali selvatici, sollevando quindi l’urgenza di una soluzione sebbene la carne di cane soprattutto continui ad essere considerata in molte regioni del continente asiatico una vera e propria prelibatezza. Tuttavia l’impopolarità di tale usanza registrata in alcune città come quella di Shenzhen che per prima ha preso posizione in materia, imponendo rigidi divieti, ha accelerato la stesura del testo di legge che è in via di approvazione. L’augurio è che tali divieti possano entrare in vigore a breve, così facendo si stima che possano essere salvati 10 milioni di cani ogni anno, questo è il numero che infatti l’associazione americana Humane Society avrebbe indicato essere quello delle uccisioni di cani par scopi alimentari. La vera e propria rivoluzione culturale sarebbe quella di far sì che anche in Cina cani e gatti possano diventare finalmente i migliori amici dell’uomo.
Rachele Nigi / Liceo Classico Galileo di Firenze