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Il “basilico marino” e le sue caratteristiche particolari

Lungo la costa ligure, di fronte a Noli, a 6-10 metri di profondità, si nasconde un vero e proprio tesoro: il basilico della Officine Nemo, che pare essere più verde e aromatico del classico basilico. Coltivato dai ricercatori dell’Università di Pisa, cresce tra i 65 e i 95 ciuffi su mensole posizionate all’interno di bolle trasparenti di metacrilato, grandi alcuni metri di diametro e poste nelle profondità del mare. Queste sono strutture ecologiche che non inquinano né rovinano l’ecosistema marino, si alimentano con energia rinnovabile e per irrigare usano acqua marina desalinizzata naturalmente, che distilla dalle pareti e gocciola sulle piante. Qui il basilico, grazie alla temperatura costante di circa 23 gradi centigradi, germoglia in 48 ore, inoltre con sistema idroponico e terricci particolari, insetti e parassiti fastidiosi sono ridotti al minimo. Il lato positivo di questo particolare metodo di coltivazione è principalmente il maggior arricchimento delle piante di sostanze antiossidanti e di pigmenti fotosintetici, che permettono loro di catturare meglio la minor luce che ricevono rispetto alle piante che crescono sulla terraferma. Le piante di “basilico marino” sono inoltre più ricche di metileugenolo, l’aroma caratteristico del basilico genovese.
I semi di queste piantine sono stati gettati per la prima volta nel “lontano” 2012, quando è partita l’iniziativa “Orto di Nemo” che mira a realizzare un sistema alternativo di agricoltura per aree in cui a causa di problemi ambientali o economici non si riesce a coltivare a livello di suolo. I prodotti che sono arrivati da questo progetto sono stati anche portati sulla tavola: oltre al pesto prodotto con il “super-basilico”, anche: fragole, lattuga, aglio, timo, finocchietto, coriandolo e fragole, e tra i fiori, nasturzio e orchidee.
Viola Maestri / Liceo Classico Galileo di Firenze