Il cane: amico dell’uomo già duemila anni fa

Gli archeologi dell’Università di Granada hanno ritrovato nel Sud della Spagna i resti di un piccolo cane di ben duemila anni fa e hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista “Archaeological and Anthropological Sciences”. Il cagnolino, ritrovato in un cimitero romano, doveva essere alto circa 22 centimetri e si pensa che potesse assomigliare ad un pechinese. Gli studiosi pensano sia deceduto tra i 2 e i 4 anni di vita a causa della rottura dell’osso del collo, che fa quindi pensare ad un’uccisione violenta, forse in seguito alla morte del padrone, e ritengono che fosse probabilmente una mamma incinta. Rafael Martinez Sanchez, riguardo alla provenienza del cane, ha affermato: “Dalle analisi risulta che l’esemplare fosse cresciuto lontano dall’Atlantico, forse in Italia o nel Mediterraneo orientale. I resti degli altri due cani ritrovati invece sembravano essere assolutamente locali”. La ricerca ha dimostrato che i primi cani domestici erano più simili a lupi e probabilmente servivano come aiuto durante la caccia. Con l’impero Romano, però, i cani, anche di piccola taglia, divennero veri e propri animali da compagnia, come dimostra una testimonianza di Plinio il Vecchio, che affermò che questi cani venivano usati anche per aiutare le donne ad alleviare i dolori mestruali, riferendosi probabilmente all’effetto rilassante di un cucciolo sulla pancia.

Viola Maestri / Liceo Classico Galileo di Firenze