Madre Natura? Sì, ma anche Padre…

Manuelà Baron, Elizabeth Farrell, Greta Thunberg: secondo Il World Organization for International Relation (WOIR), associazione americana del dipartimento di economia, queste sono le tre attiviste più seguite e più influenti riguardo il tema del cambiamento climatico. Tre ambientaliste, tutte donne; così si tinge di rosa la lotta al riscaldamento globale. A confermare la classifica del WOIR c’è poi la recente indagine di mercato del Nielsen Consumer Panel, azienda globale di misurazioni e analisi dati. Da questa emerge infatti che il 30% delle donne, rispetto al 22% degli uomini, preferisce l’uso dei mezzi pubblici, il 37% contro il 27% compra prodotti senza sostanza chimiche; il 69% in confronto al 54% invece utilizza ormai solo borse di stoffa per la spesa, mentre il 14% delle donne contro il 12% degli uomini è disposto a pagare di più per avere articoli eticamente prodotti.
Donna e natura si affermano dunque ancora come alleate, ma se anche l’impegno è assiduo nel quotidiano non si dimostra altrettanto nella vita sociale. Infatti lo stesso studio mostra che solo il 12% delle donne, contro il 27% degli uomini si dichiara interessato alla politica e appena il 4% in confronto al 14% segue le notizie di economia e finanza; il che è grave se si considera come oggi l’ambiente e la politica, in particolare sotto l’aspetto economico, siano dipendenti fra loro.
Lo stereotipo della donna sentimentale ed empatica, opposta all’uomo razionale e freddo calcolatore pare aver trovato conferma nelle statistiche; ma può lo stesso stereotipo essersi auto-nutrito fino a radicarsi nella realtà?
Se cresci una bambina con animali di peluche, bambole e vestiti a fiori, senza mai comprarle quel piccolo chimico che tanto l’aveva emozionata vedendolo in pubblicità, sicuramente sarà difficile che diventi una scienziata. Così il pregiudizio si impone alla società, allontanando la donna dalle calcolatrici e costringendo l’uomo a nascondere i propri sentimenti; e quale stereotipo è più antico della donna come paladina della natura? A partire dall’età preistorica la natura è sempre stata Madre, passando attraverso l’antica Grecia e la Roma repubblicana (Gea, Cerere, Artemide, Diana, Demetra), per giungere fino all’epoca moderna, in cui l’affermarsi di un razionalismo cartesiano ha posto la natura insieme alla donna sotto al dominio della ragione, e dunque dell’uomo.
Non si può negare il legame che esiste fra la donna e la natura, ma nemmeno si può escludere l’uomo. Come hanno dimostrato alcuni ricercatori dell’Università di Plymouth nel Regno Unito, ciascun essere umano possiede una vincolo indistruttibile con l’ambiente. Avendo chiesto ad un campione di adulti di esprimere il proprio stato d’animo dinanzi a oltre cento fotografie di foreste, campagne e metropoli, hanno registrato come gli intervistati abbiano assegnato una valutazione maggiormente positiva a luoghi naturali rispetto a quelli urbani, in particolare la preferenza veniva espressa per ambienti dove era presente dell’acqua.
Allo stesso modo non è possibile generalizzare affermando che la donna e la matematica provengono da due pianeti diversi; infatti un’indagine pubblicata su Notices of the American Mathematical Society, rivolto a studenti di 86 nazionalità diverse, ha dimostrato come la “penalizzazione” delle donne in matematica e tanto minore, quanto più queste sono emancipate.
Pertanto la battaglia per l’ambiente dovrebbe interessare nel quotidiano così come nella politica e nella finanza ogni individuo, indipendentemente dal suo sesso, essendo la natura Madre e Padre di tutti noi.

E proprio come istintivamente amiamo nostra madre, siamo legati alla natura fisicamente,
cognitivamente ed emotivamente. Non siete venuti in questo mondo. Ne siete usciti,
come un’onda dall’oceano.
Qui non siete degli stranieri.

– Alan Watts

 Alessia Priori / Liceo Classico Galileo di Firenze