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Whisky, il cane che conosce i nomi e sa riunirli in categorie

In Ungheria abita, con la sua famiglia, Whisky, una Border Collie di sei anni con una capacità singolare: ha imparato spontaneamente il nome dei suoi giocattoli, li ha divisi mentalmente in diverse categorie ed è in grado di prendere, a richiesta del padrone, l’oggetto richiesto, anche se non lo ha mai visto prima. Questa particolare capacità ha attirato l’attenzione degli scienziati della Eötvös Lorànd University di Budapest che, grazie a vari esperimenti, sono riusciti a dimostrare che Whisky non ha solo imparato da sola il nome degli oggetti presi in esame, ma ha anche imparato a suddividerli in categorie, nelle quali inserisce anche i giochi mai visti prima.
Le capacità della cucciola sono state scoperte da Claudia Fugazza, ricercatrice del dipartimento di etologia dell’università ungherese, che ha conosciuto Whisky per caso una volta che il suo padrone si era recato all’università insieme a lei per effettuare alcune interviste e che è rimasta meravigliata dal fatto che il cane conoscesse il nome di tanti giocattoli. Questa straordinaria scoperta ha fferto agli scienziati una rara possibilità: sperimentare se un cane suddivide spontaneamente gli oggetti in categorie, come facciamo noi umani.
Fugazza ha infatti spiegato che, nei bambini, è normale formare categorie, ad esempio quella di “cane”, dopo aver visto un certo numero di esemplari simili e, se a questo punto esso vede per la prima volta un gatto o un qualsiasi altro animale a quattro zampe, lo chiamerà “cane” finché non verrà corretto da un adulto, poi inizierà a catalogarlo in un altra categoria insieme aisimili che vedrà in futuro. Negli animali, invece questa capacità era stata sempre studiata per esemplari precedentemente addestrati e non era quindi chiaro se essi fossero in grado di farlo anche spontaneamente.
Per testare l’abilità di Whisky, i ricercatori hanno usato un set di giocattoli diversi da quelli a cui era abituata in dimensioni e colori. Il cane è stato lasciato familiarizzare con gli oggetti, isolato in una stanza. In seguito è stato poi portato in un’altra stanza dove il padrone gli ha chiesto, di volta in volta, di portargli uno dei nuovi giochi nell’altra stanza. Whisky è riuscita perfettamente ad eseguire il compito, senza ricevere suggerimenti dal padrone, dimostrando di conoscere il significato delle parole.
In un secondo esperimento il cane è stato lasciato brevemente a giocare con i nuovi oggetti insieme al padrone, senza che egli ne pronunciasse mai il nome per poi procedere come nel caso precedente. In questo caso i risultati sono stati migliori, suggerendo che un altro elemento di riconoscimento di un giocattolo è il ricordo dell’uso che ne viene fatto per giocare.
Per poter dimostrare che tutti i cani sono in grado di creare queste categorie mentali, Fugazza chiede l’aiuto di tutti i padroni di cani: sono richiesti cani che riconoscono almeno venti oggetti sentendoli chiamare per nome senza ricevere suggerimenti dal padrone ed invita a contattarla al suo indirizzo e-mail.
Laura Cappelli / Liceo Classico Galileo di Firenze