Chernobyl: dalla serie TV al turismo alternativo

Quest’anno, in seguito alla serie tv redatta da Sky e HBO, pluripremiata anche agli Emmy Awards, sugli avvenimenti catastrofici di Chernobyl, le statistiche sul turismo nei luoghi di ambientazione della serie sono aumentate in maniera esorbitante. L’Agenzia statale ucraina per la gestione delle zone recluse ha registrato ben 107.000 visitatori, provenienti principalmente dagli stati europei, nella zona di esclusione, la quale circoscrive un raggio di trenta chilometri dall’ex centrale nucleare. Questi dati sensazionali sono senza dubbio merito della curiosità che, quello che ormai è stato definito uno dei capolavori cinematografici dell’anno, ha scaturito all’interno di coloro che hanno guardato la serie. Probabilmente molti dei turisti che si sono “avventurati” nella zona della centrale erano nati qualche anno prima di quel fatidico 26 aprile 1986 e domandarsi perché, solo decenni dopo, l’accaduto abbia attirato visione globale e interesse, trova la sua risposta da un lato nella scarsa diffusione dei dettagli da parte del governo sovietico sull’accaduto e dall’altro nell’impreparazione e nell’incoscienza della popolazione media, la quale non riscontrò la rilevanza drammatica che in realtà questo catastrofico evento meritava. Tra le milioni di persone che hanno preso visione della serie c’è anche Nagashibay Zhusupov, il quale quella notte accorse insieme a molti altri per limitare i danni creati dall’esplosione del reattore; la visione della serie lo ha portato a rivivere il disastro passo dopo passo ed episodio dopo episodio ha varcato la soglia dell’incubo da cui dopo quel giorno notte notte era pian piano riuscito forse a dimenticare. La triste verità è che Nagashibay non è riuscito a resistere alla sofferenza ed in seguito a ciò si è suicidato, gettandosi giù dal tetto di un edificio di cinque piani. Chissà se proprio quel volo, che amo pensare quell’uomo abbia dipinto di pindarico, ha liberato il cuore di Nagashibay dal demone di Chernobyl, dall’ombra di una vita condizionata dal rumore di un esplosione e pregna di delusione. Chernobyl è stato questo e Chernobyl, con i suoi errori ed i suoi eroi, non va mai dimenticata.
Lorenzo Rensi / Liceo Classico Galileo di Firenze