Chernobyl oggi

Il 26 Aprile del 1986 avveniva una delle catastrofi più impressionanti e distruttive della storia moderna, nella cittadina di Chernobyl in Ucraina il reattore della centrale nucleare Lenin V.I esplodeva con una forza pari a quella di 500 bombe uguali a quella sganciata su Hiroshima nell’Agosto del ‘45 lasciando attorno a se un paesaggio di morte e desolazione.
Nonostante il tempo trascorso da quel disastroso evento, le radiazioni continuano ancora a danneggiare la salute di migliaia di abitanti in Bielorussia, Ucraina e Russi. Le gravi conseguenze del disastro di Chernobyl, in Ucraina, rimangono ancora, così ha affermato l’ONU nel giorno dedicato alla memoria dell’incidente nucleare.
Quest’anno l’anniversario cade poche settimane dopo gli incendi che hanno bruciato una zona adiacente di un area di circa 30 km la quale, a causa della combustione, ha rilasciato nell’aria alcune particelle radioattive che aumentano il pericolo per la salute umana già messa a dura prova dal corona virus.
Nei giorni successivi all’esplosione gli alti vertici cercarono di soffocare il più possibile la fuga di notizie per evitare di essere visti di bieco da parte degli stati satellite del patto di Varsavia: a fronte di migliaia di persone che venivano ricoverate d’urgenza negli ospedali, le autorità sovietiche pensarono bene di cambiare al volo i limiti dell’esposizione a radiazioni nucleari. Dai documenti emerge che le autorità sapevano bene quale fosse la realtà: il numero degli ammalati cresceva a livello esponenziale, ma la maggior parte fu però rimandata a casa.
Se aggiungiamo il grave impatto che il disastro ha avuto sull’economia mondiale(piogge acide e radiazioni che hanno contaminato i raccolti) toccando anche in parte il nostro paese, i tumori e le malattie dovute al contatto con agenti radioattivi e le centinaia di morti miste agli sfollati, possiamo affermare che fu uno spartiacque per l’epoca ed un primo avviso di cautela verso il nucleare.
Un aspetto che possiamo definire positivo, ovviamente bisogna prendere con le pinze questo aggettivo, è quello legato al turismo che circola attorno al turismo della “zona di alienazione” il cui accesso è molto restrittivo salvo per i frequenti tour organizzati a Chernobyl che infatti, nel solo 2019, è stata visitata da 100000 persone che, con le dovute precauzioni, erano desiderose di visitare il luogo del disastro.
Una delle misure di sicurezza attuate è il controllo dei livelli di radiazione in entrata ed in uscita dei turisti dal sito dell’esplosione che, per entrarci, devono indossare delle apposite tute ignifuge e trasportare,se necessario, degli appositi strumenti di misurazione.
Leonardo Fattori / Liceo Classico Galileo di Firenze