Gli integratori non curano: basta uno stile di vita sano

Il ministero della Salute ha pubblicato un decalogo sui prodotti che in farmacia vengono venduti con maggiore frequenza. Gli esperti ricordano che, non essendo effettivamente dei medicinali, non hanno alcuna finalità di cura e per questo non si devono riporre in essi troppe aspettative.
Il primo punto del decalogo si rifà immediatamente al concetto di vita sana che, accompagnato ad una dieta equilibrata, fornisce tutte le sostanze nutritive di cui l’essere umano necessita. “È erroneo pensare di poter ‘compensare’ gli effetti negativi di comportamenti scorretti con vitamine, melatonina, ferro, curcuma e fermenti lattici”.
Ai cittadini viene chiesto ogni volta di controllare che il fine impresso sull’etichetta del prodotto corrisponda veramente alle proprie esigenze e oltretutto è opportuno consultare sempre il medico prima dell’assunzione di integratori o anche di farmaci.
Inoltre, nell’immaginario collettivo, un prodotto “naturale” è più sicuro e necessariamente più funzionale, ma bastano le parole del ministero per smentire questo luogo comune: “Spesso proprio per il suo profilo di attività fisiologica, un prodotto naturale potrebbe causare effetti inattesi e indesiderati”. Esiste a riguardo un sistema di sorveglianza degli eventi avversi dovuti a questi prodotti e di recente sono stati conseguiti degli studi riguardanti casi di epatite a seguito dell’assunzione di curcuma.
Per fare un esempio concreto agli increduli della teoria che anche un prodotto presente nel nostro organismo possa fare male, pensiamo all’acqua: se ne assumiamo 15 litri in una giornata gli “effetti collaterali” saranno a tutti ben visibili! Il troppo non è mai una buona soluzione e non serve di certo una laurea per capirlo; nonostante ciò il miraggio dell’integratore “magico” attira molte persone e in particolare quelle che non hanno voglia di sudare e cerano una scorciatoia per raggiungere i propri obiettivi. Di certo nessuno pensa che un eccesso può essere dannoso quanto un difetto.
Non crediamo che questa questione non ci riguardi da vicino, anzi l’Italia è il paese europeo che consuma più integratori e tra il 2008 e il 2018 c’è stato un forte innalzamento dei consumi, con un totale di +126%. In farmacia gli integratori sono i più venduti dopo i medicinali con ricetta e qualcuno crede che stiano sbaragliando i prodotti omeopatici.
A riguardo ci sarebbe molto su cui discutere ma senz’altro questi metodi “alternativi” sono frutto di un’ideologia degli ultimi decenni nei quali si è creduto di poterci curare (o per lo meno di poter integrare le sostanze di cui siamo carenti) con fialette che si comprano in farmacia anziché con una corretta dieta e uno stile di vita sano. L’argomento può far riflettere anche sul fatto che la società, in particolare quella italiana, sia sempre più pigra e soprattutto più “aperta” ai prodotti che si pubblicizzano con tanta enfasi.
In breve, noi italiani siamo un gregge di creduloni!
Arianna Salvini / Liceo Classico Galileo di Firenze