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Google al centro di forti polemiche per “Project Nightingale”

Negli ultimi anni numerosi colossi della tecnologia si sono affacciati sul settore sanitario; tra questi troviamo Microsoft, Amazon, Facebook, Apple e molte altre.
Tuttavia non è sempre chiara o etica la modalità di tale approccio: uno di questi casi riguarda la celeberrima azienda statunitense Google. Nota a tutti come colosso mondiale, la compagnia informatica attualmente coordinata da Sundar Pichai fu fondata da Larry Page e Sergey Brin nel 1998 e al giorno d’oggi vanta un fatturato che ammonta a 136,81 miliardi di dollari e un attivo di 98.771 dipendenti dislocati in oltre 70 uffici in 50 paesi. Fra i suoi vari progetti, uno in particolare ha suscitato scalpore: “Project Nightingale”, un programma di monitoraggio in collaborazione con Ascension, network di punta fra le cliniche americane. Il progetto riguarda i dati di oltre 153 diversi ospedali americani ed è volto a perfezionare l’intelligenza artificiale sviluppata da Google, fornendo informazioni sensibili appartenenti a numerosi pazienti e medici. Medici e pazienti che, purtroppo, non erano a conoscenza di tale divulgazione, nonostante questa fosse chiaramente esplicitata da circa un anno sulla pagina Wikipedia di Ascension. Certo, lo scopo di questo progetto è nobile, ma i mezzi con cui viene perseguito sono etici? L’intelligenza artificiale è stata creata al fine di prevenire e individuare malattie e disturbi insorgenti nei pazienti, ma per farlo ha reso note a ben 150 dipendenti Google cartelle e diagnosi di milioni di persone ignare. Strumenti del genere, seppur oggetti di pesanti critiche, hanno avuto applicazioni pratiche positive: DeepMind di Google, per esempio, è riuscito a diagnosticare patologie oculari con una precisione superiore al 90%. Finora, dunque, i progressi portati avanti dalle grandi multinazionali si sono rilevati estremamente utili e presentano margini di crescita molto interessanti. Tuttavia è necessario ricordare che le stesse aziende devono prestare attenzione alla privacy dei soggetti dei loro studi tutelando le persone coinvolte.
Matteo Giachi & Emanuele Partiseti / Liceo Classico Galileo di Firenze