La vita straordinaria di David Copperfield

“Divertente, irresistibile, impressionante” così lo hanno definito il The Guardian, l’Hollywood Reporter e il The Times dopo la sua presentazione in anteprima mondiale al Toronto international Film Festival il 5 settembre 2019. “La vita straordinaria di David Copperfield” ha portato un’aria di freschezza in tutte le sale del Regno Unito e degli USA, prima che venissero chiuse a causa dell’emergenza sanitaria in corso e il suo successo è stato tale da aprire la sessantatreesima edizione del London Film Festival, oltreché ad ottenere numerose candidature ai British Independent Film Awards. Sfortunatamente però non è riuscito ad arrivare in Italia, dove la prima visione era stata fissata per il 7 maggio; per ora possiamo goderci solo due minuti di trailer ufficiali dove si può già ammirare la fotografia di Zac Nicholson, ambientata per lo più nel centro storico di Kingston upon Hull, nello Yorkshire e la scenografia ottocentesca di Cristina Casali, capace di far immergere lo spettatore in un’altra epoc, anche se solo per pochi minuti.
L’ultima pellicola di Armando Iannucci, regista scozzese di origini italiane già noto per “The Thick of it” e “Morto Stalin, se ne fa un altro”, non tradisce le aspettative di un classico e piacevole humor britannico. Queste sono dovute in parte al cast interamente inglese, fra cui ritroviamo Peter Capaldi, interprete di una delle migliori versioni di Doctor Who, Tilda Swinton, attrice frizzante celebre per Doctor Strange e Okja e James Hugh Calum Laurie, più comunemente conosciuto nelle vesti di Doctor House; dall’altra l’umorismo pungente è sicuramente una caratteristica delle origini della storia in sé. Infatti il film non è altro che il più moderno adattamento cinematografico del celebre romanzo semi-autobiografico di Charles Dickens “David Copperfield”, pubblicato per la prima volta a puntate, tra il 1849 e il 1850, sulla rivista di Dickens stesso, con il prolisso titolo “The Personal History, Adventures, Experience and Observation of David Copperfield the Younger of Blunderstone Rookery (Which He Never Meant to Be Published on Any Account).” [(“La storia personale, le avventure, l’esperienza e l’osservazione di David Copperfield, il più giovane di Blunderstone Rookery [che non ha mai pensato di essere pubblicato su nessun racconto)]. Alla prima trasposizione su schermo del 1911, sono seguiti numerosi remake, sceneggiati televisivi e miniserie, tutte diverse, ma tutte egualmente fondate sulla stessa trama: orfano di padre e di madre, David Copperfield è un bambino che vive nella miseria, in piena rivoluzione industriale inglese, ma attraverso svariate peripezie riesce a costruirsi una vita di successo e a trovare l’amore della sua vita.
La dinamicità e l’intraprendenza talvolta velata da ingenuità del protagonista, alter ego del famoso scrittore ottocentesco, emerge senza difficoltà dall’interpretazione di Dev Patel, star del film “The Millionaire” e “Lion-la strada verso casa”. Tuttavia alla leggerezza ed eccentricità che rende la visione morbida e fluida si alterna la riflessione morale tipica degli Industrial Novel, che denuncia lo sfruttamento nelle fabbriche delle donne e dei bambini, con una particolare attenzione al divario economico e alle sue ripercussioni sull’istruzione e la vita sociale, considerato un problema della società non solo ottocentesca, ma anche odierna. Così da commedia, la pellicola slitta sul dramma emettendo alla fine una condanna sulla gestione degli homeless ai giorni nostri con un ringraziamento nei titoli di coda a Shelter, l’associazione che si occupa dei senza tetto e delle abitazioni decadenti in Inghilterra e in Scozia. La denuncia politica però non soffoca mai la vivacità della pellicola che risulta straordinariamente attuale e cattura lo sguardo dello spettatore fino alla fine.
Alessia Priori / Liceo Classico Galileo di Firenze