L’Australia brucia

Da Settembre a oggi una serie di territori in Australia stanno bruciando per motivi relativi al cambiamento climatico, di conseguenza un numero devastante di ettari di alberi sta scomparendo, le case di molti cittadini australiani sono ormai carbonizzate e la fauna dei boschi si sta decimando drasticamente. Le informazioni riguardo ciò  che sta succedendo in Australia purtroppo non sono state divulgate fin da subito come avrebbe dovuto essere, ma qualche tempo dopo. Il paese infatti sta bruciando ormai da settembre del 2019, ma se ne parla solo da ottobre. E’ successa una cosa similare per quanto riguarda i danni subiti dalla foresta Amazzonica quest’estate, anche lì le immagini della foresta devastata furono divulgate in rete e sui giornali solo qualche tempo dopo dall’accaduto. Ora però nel caso dell’Australia le immagini sono state condivise eccome e capita spesso di vedere immagine quasi surreali su internet. Purtroppo molte di queste sono immagini realmente scattate da reporter che si trovano nei luoghi degli incendi e quindi sono fittizie, mentre altre, palesemente create ad artificio dell’uomo, non sono da considerare come veritiere. E’ il caso della famosa foto della bambina con in braccio un koala e una maschera per proteggersi dalle emissioni sul volto, o ancora quella dei due canguri spauriti che si abbracciano. Nel primo caso sappiamo che si tratta di un’immagine vera ma creata da un’organizzazione per sensibilizzare sul tema delle devastanti calamità naturali che si stanno abbattendo sull’Australia. Per quanto riguarda la seconda foto, raffigurante due canguri che si abbracciano, si tratta di un’immagine che risale a molto tempo prima degli incendi avvenuti recentemente e scattata da un centro, il Kangaroo Sanctuary Alice Springs, che si occupa di fornire cure a questi animali. 
Sempre per parlare di immagini non totalmente veritiere ci sarebbe lo scatto satellitare, come molti lo hanno definito, che ritrae le zone che attualmente stanno bruciando nel paese. In realtà l’autore stesso ha affermato che non si tratta di un’immagine scattata da un satellite e che non rappresenta le aree dove sono presenti attualmente gli incendi. Si tratta infatti di una ricostruzione tridimensionale, senza quindi ‘-utilizzo di alcun satellite, dei roghi in Australia dal 5 dicembre 2019 al 5 gennaio 2020. Sarebbe quindi una sovrapposizione di momenti diversi in cui sono avvenuti gli incendi. 
Nonostante molte delle immagini che vengono condivise ultimamente non corrispondano in modo esatto alla realtà effettiva, un fatto certo c’è e cioè che l’Australia sta bruciando da ben cinque mesi ininterrottamente. Bisogna ribadire che le zone a bruciare sono solo alcune e non tutto il paese: i roghi sono presenti nelle regioni del New South Walles, della Victoria, nel Sud Australia e a Queensland. Il 2019 in Australia è stato in assoluto l’anno più caldo e secco dal 1900, con un raggiungimento di temperature record a dicembre che sono arrivate a 42 gradi(media nazionale).  
Ciò che ha portato a far bruciare ben otto ettari di territorio da ottobre a oggi va attribuito in gran parte all’azione umana. A causa del riscaldamento globale lo iod, ovvero il dipolo dell’oceano indiano, ha portato aria umida sulle coste africane e aria secca su quelle australiane. Un altro effetto del famigerato riscaldamento globale riguarda la zona antartica. Qui la stratosfera a ottobre si e riscaldata in modo eccessivo tale che ha portato ulteriore aria calda e secca in Australia. Un ultimo fattore che ha portato aridità nel paese e lo spostamento verso nord dei venti occidentali(o anti-alisei). Il vento ha poi contribuito a far precipitare ulteriormente la situazione roghi in quanto e un agente atmosferico in grado di diffondere le fiamme spingendo l’aria calda sulle altre piante vicine. Spegnere gli incendi risulta molto difficile anche per l’altezza delle fiamme due punti oltre all’acqua lanciata dai mezzi aerei sono necessarie squadre a terra che non riescono ad operare al meglio a causa di questa problematica.
I roghi in Australia hanno prodotto danni non solo alla vegetazione ma anche alla fauna due punti infatti un ecologo dell’università di Sidney ha affermato che sono morti ben 487,5 milioni di animali, quasi 500 milioni, un dato allucinante. Secondo il WWF Australia gli animali morti sarebbero addirittura mezzo miliardo ma si suppone che questo sia il numero relativo agli animali feriti e non morti. Si tratta comunque di una cifra mostruosa se pensiamo all’importanza che ha sempre assunto il paese per la sua biodiversità. Adesso invece molte specie di animali, dalle più note e iconiche alle meno conosciute, stanno rischiando gravemente l’estinzione. Soprattutto nell’isola dei canguri, nell’Australia meridionale, 25 mila koala hanno perso la vita seguito dei recenti violenti incendi. Secondo il Vacchiano la vegetazione in Australia e nata per bruciare in quanto da sempre il clima del centro di questo paese e stato molto arido*o almeno cosi e stato negli ultimi 100 milioni di anni*. Gli incendi secondo lui non sarebbero stati che un incentivo per le piante e agli animali a evolversi e a resistere alle estreme condizioni climatiche. Ha concluso inoltre affermando che dove molti animali non troveranno più condizioni adatti alla continuazione della loro specie, altri troveranno invece luoghi migliori dove vivere. 
Non essendo informata in modo dettagliato sul clima in Australia negli ultimi anni non saprei se esprimere un’opinione negativa o positiva in merito all’affermazione di Vacchiano. C’è da dire che sicuramente la vegetazione e la fauna australiane saranno, per natura, abituate a sopportare il clima arido del paese ma e anche vero che il disastro ambientale ha ormai raggiunto una situazione estrema senza un ritorno a cui pochi sapranno resistere. Dunque la crisi e presente, inevitabile e infinita se non facciamo subito dei passi avanti. Quando il governo australiano dovrebbe essere più che attivo in una catastrofe ambientale come quella attuale, e invece quasi totalmente indifferente. Anzi no, non possiamo affermare che sia indifferente, perché il concetto di indifferenza corrisponde a ben altro, si tratta proprio di assenza di volontà nell’agire. Il primo ministro Scott Morrison infatti sembra ignorare la situazione allontanandosi e volando in vacanza alle Hawaii. Nel frattempo ha anche dichiarato che avrebbe preso provvedimenti per combattere i cambiamenti climatici. Parole che non si sono tradotte in atti in quanto l’Australia continua a spendere circa mille dollari all’anno per abitante di sussidi all’industria del carbone, aumentando la temperatura globale di tre gradi. In più il governo Morrison sembra negare l’esistenza del disastro ambientale in quanto a dicembre, sul finire dell’anno sembra aver affermato che nonostante la siccità, gli incendi e le inondazioni l’Australia resta un paese meraviglioso dover far crescere i bambini. La popolazione australiana si e infatti opposta al politico conservatore dipingendo un murales che lo raffigura vestito di una camicia a motivi hawaiani mentre tiene in mano un cocktail e mentre pronuncia Merry Crisis! 
Penso di aver seguito in modo abbastanza attento ciò che e successo in Australia da quattro mesi a questa parte e quello che sento di dover dire e che sono profondamente delusa dalla nostra specie, dal genere umano e dalla sua incapacità di agire seppur di fronte a catastrofi di questo tipo. Cioè che mi opprime maggiormente e il fatto che le parole e i discorsi rinomati dei politici sull’ambiente non sono mai realmente messe in pratica, non vengono attuate e questo è profondamente deludente. Spero quindi che le continue proteste, i dibattiti e le azioni di chi ancora crede e continua a fare il possibile per salvaguardare l’ambiente porti a dei risultati concreti. La situazione australiana e solo l’ennesimo caso che deve farci ragionare su come la natura si stia ritorcendo contro di noi, artefici del suo male. 
Emma Boschi / Liceo Classico Galileo di Firenze