Immaginate i muri di casa vostra vivi. No, non si tratta dell’idea di un film di fantascienza, ma della ricerca recentemente condotta dai ricercatori dell’università del Colorado a Boulder, coordinati da Wil Srubar. Essa è stata riportata sulla rivista scientifica Matter e propone una valida alternativa in via di sviluppo per gli edifici del futuro.
Il team universitario ha infatti creato dei mattoni composti da sabbia,gelatina e batteri. Questi sono stati fatti crescere su uno scheletro di sabbia e gelatina e emecolati a un adeguato mezzo di coltura. I batteri utilizzati sono dei cianobatteri fotosintetici , del genere Synechococcus, che al termine del proprio ciclo vitale mineralizzano in un processo simile a quello di formazione delle conchiglie. Questo processo indurisce quindi la matrice di gelatina e sabbia, rendendo la resistenza di questi mattoni paragonabile a quella della malta a base di cemento. Questo materiale va quindi considerato vivo: infatti l’utilità dei batteri non si esaurisce nelle
proprietà sopraelencate, ma permette anche un’auto-rigenerazione dei mattoni (per la quale è però necessario un nuovo apporto di sabbia e gelatina, che fungono sia da base che nutrimento per i batteri).
C’è comunque un inconveniente: i batteri possono sopravvivere solo in alte condizioni di umidità; condizioni che sarebbero estremamente insalubri per gli esseri umani. Gli scienziati hanno poi precisato che si tratta ancora di un prototipo da ottimizzare; specialmente tenteranno di far in modo che i batteri resistano anche a temperature più secche e più vivibili. Altri effetti che la presenza di batteri potrebbe avere sono la possibilità di rilevare e assorbire le tossine presenti nell’aria o la capacità di illuminarsi a comando.
Il fatto che questi materiali interagiscano e rispondano all’ambiente fa ipotizzare anche un loro possibile utilizzo in zone abbastanza estreme e con scarse risorse come i deserti o addirittura Marte. “Questa – conclude Srubar – è una piattaforma di materiali che pone le basi per nuovi materiali entusiasmanti che possono essere progettati per interagire e rispondere ai loro ambienti”.
Davide Agnelli / Liceo Classico Galileo di Firenze
18 Luglio 2020