“Anomalisa” è un film d’animazione del 2015 nato da una collaborazione tra il regista Duke Johnson e lo sceneggiatore Charlie Kaufman (stavolta anche alla regia), già famoso per aver scritto “Essere John Malkovich” e “Eternal sunshine of the spotless mind – Se mi lasci ti cancello”, con cui (solo per quest’ultimo) si è aggiudicato perfino l’Oscar alla miglior sceneggiatura originale.
Il film è diretto, o meglio fotografato, con la famosa e complicata tecnica dello stop-motion, che consiste in un montaggio frenetico e continuo di immagini in sequenza, così da poter creare l’effetto di un movimento. In questo caso i due registi hanno deciso, con un impegno ed una pazienza incredibile, di girare il film utilizzando, per impersonare i pochi protagonisti, dei modellini molto simili a esseri umani.
Il film racconta la storia di Michael Stone, uno scrittore ed oratore motivazionale che, durante la sua permanenza a Cincinnati per una conferenza sul suo nuovo libro, “troverà” Lisa, una donna apparentemente diversa dalle altre e, secondo i canoni della società, ritenuta non attraente. Michael verrà però attratto da lei grazie ad un particolare che differenzia entrambi dal resto delle persone.
Il film, ambientato quasi solamente in un hotel, il “Fregoli”, si sofferma particolarmente sui dialoghi e sugli sguardi molto espressivi dei personaggi, nonostante siano dei pupazzi.
Partendo proprio da quest’ultimo dettaglio, Johnson e Kaufman hanno deciso di dirigere il film rischiando di snaturarne tutto il pensiero. Infatti, molto spesso, nei film d’animazione in stop-motion, si cerca di ridurre al minimo i primi piani, così da non far notare quei piccoli difetti fisici che ci sono sempre nei modellini. Qui, invece, i due registi decidono di ignorare tutto questo, riuscendo a mostrare le emozioni dei protagonisti con molte inquadrature ravvicinate, che incredibilmente riescono a non distruggere la natura della storia (volendo sembrare un film con attori in carne ed ossa), ma anzi ti fanno entrare in sintonia con Michael e Lisa, facendoti scordare dopo i primi venti minuti di star guardando un cartone animato.
Parlando invece dei dialoghi, che io personalmente ho adorato, Kaufman si è davvero sbizzarrito: infatti, proprio per convincerci ancora di più di star guardando un film con degli attori presenti sullo schermo, lo sceneggiatore decide di mostrarci una storia in cui le conversazioni non sono mai perfette, proprio come nella realtà. La sceneggiatura è quindi contraddistinta da continui errori grammaticali e momenti in cui i due protagonisti non sanno che dire, che rendono ancor più umano “Anomalisa”.
Charlie Kaufman e Duke Johnson sono insomma riusciti a produrre un’opera poetica, che si basa sul concetto che “nessuno è perfetto”, essendo stati capaci di portare al cinema la realtà con uno dei film più umani ed emotivi degli ultimi anni… pur senza avvalersi al proprio interno neppure di un essere umano.
Edoardo Merlini / Liceo Classico Galileo di Firenze, classe 2F