C’era un ragazzo, alto come me
aveva quindici anni, superbo come un re
ricordo che i suoi occhi non stavano mai fermi
e mi guardava fisso, come per trattenermi
ricordo che poteva a malapena sopportare,
quando qualcun altro lo fermava per parlare
aveva sempre un filo, intrecciato tra le dita
“Guarda qua che bello, l’ha fatto una mia amica”
sembrava un po’ diverso, proprio come me
era stato il primo, a farmi piangere
non per cattiveria, e nemmeno per timore
solo per il suo grandissimo dolore.
“Quando ero bambino, cercavo di dormire
ma vedevo una bambina e mi sentivo ammutolire
aveva gli occhi rossi, camminava così lieve
lei non aveva un nome, la chiamavo Biancaneve.
Era la mia amica, forse era la sola
ero troppo strano, non andavo ancora a scuola.
Ci mise almeno dieci anni per sparire
e quando non la vidi, stavo per svenire
ma arrivò mia mamma, con grandi lacrime
‘prendi queste pillole, ti faranno stare bene’
Il dottore le diceva che era schizofrenia
mio padre piangeva, per lui era Follia.”
Quando questa storia iniziava a raccontare,
mi sembrava quasi di non poter respirare.
“La vedi ancora?” chiesi una volta, incuriosito
“Solo nei miei sogni,” rispose lui con un sorriso sbiadito.
Matilde Di Priore – Liceo Classico Galileo di Firenze, classe 4A