Come Percy Jackson – Racconto

Quel giorno non mi accorsi di essere con il mio cane, che con aria curiosa, mi guardava. Mi diressi in cucina pensando di essere con la nonna, lo cercai per fare merenda, ma non c’era e mi feci da solo un panino. Udii poi un suono provenire da camera mia, era un mio modellino di Lego che era caduto, ma non c’era nessun altro o almeno così pensavo. Le porte e le finestre erano chiuse, ma con mia grande sorpresa vidi un ragazzo che mi disse: “Sbrigati! Dobbiamo andarcene!”
E così facemmo. Soltanto dopo mi accorsi che poteva avere 5-6 anni più di me e che era un po’ strano. Noi corremmo molto, ma non capivo perché, fino a quando non mi disse: “Dobbiamo correre, sei in pericolo! Stai dietro di me, estrarrò la mia spada-vortice”.
Era una penna che subito riconobbi! Non sapevo fosse vero: lui era Perseus Jackson, conosciuto come Percy! A quel punto gli chiesi: ” Dove sono Annabeth e Grover?!” E lui mi rispose: “Come fai a sapere chi siamo?!” Io restai muto, non penso che sappiano che esista un romanzo su di loro, anzi, un ciclo di romanzi.
Avevo capito tutto! Ero un semidio anch’io! E sapevo che Luke ci stava cercando! Eravamo in serio pericolo… ma ancora non capivo perché usare Vortice, la spada, dato che non c’era nessuno. Mi girai e capii… Avevamo Luke, il suo nemico, alle calcagna e gli chiesi: “Sono un semidio anch’io, vero?” E Percy rispose: ” Sì, per questo Luke ti vuole”. Mi sentii svenire, ero davvero un semidio! Poi notai che in fondo alla strada c’era una macchina con Annabeth e Grover dentro. Arrivati alla vettura scappammo, poi prendemmo un aereo ed eccoci a Manhattan.
Giunti al Campo Mezzosangue, mi mostrarono la mia stanza: era una tenda sul marroncino e bianco piena di armi situata vicino al lago. Ad un tratto arrivò Chirone, un centauro, dicendomi: “Sei qui per imparare a sopravvivere!” Io mi spaventai, ma mi ricordai che successe anche a Percy quindi con voce decisa dissi: “Oh! Sono pronto! Ma se sono un semidio di chi sono figlio?” E Chirone rispose: “Il tuo è un caso raro: tuo padre è figlio di Ares, non lo abbiamo mai provato ma nelle tue vene scorre il sangue di un guerriero!”
Io ero euforico, ma sapevo che era una grande responsabilità.
“Ora cosa devo fare Chirone? “gli chiesi. “Allenarti!” mi rispose.
Allora io con un po’ di preoccupazione chiesi: “Contatto gli esperti come Annabeth, Percy, Grover e Tobia?” E lui ribatté “Certo! Devi imparare a usare i tuoi poteri prima possibile”.
Io non sapevo che poteri avesse Ares tranne combattere e quindi chiesi: “Quali poteri?” Chirone mi rispose: “Lo vedrai presto”.
I miei poteri erano quelli di un abile combattente. Adoravo il fatto di essere un semidio, ma non fu una piacevole estate: venni assalito da mostri di ogni genere, ma dato che Percy era vero e non soltanto un romanzo, decisi che la mia storia sarebbe continuata…

Scuola Primaria Villani di Firenze