Disorientato – Racconto

Ricordo di quella sera in cui ebbi una paura tremenda, non trovavo più la strada e desideravo tanto ritornare a casa…
Era una domenica, il 1° di marzo del 1999, ero con la mia famiglia in vacanza a Vienna e quel giorno stavamo visitando il museo delle scienze naturali. Per me sarebbe dovuto essere interessante, e lo era in effetti, ma non era così per la sala delle foglie. Mi stavo annoiando a morte, così decisi di andare in bagno. Come quasi tutti i bagni pubblici delle città, era sporco anche quello, però non mi lamentai e feci quel che dovevo fare.
Quando uscii, decisi che c’era qualcosa che non andava, così tornai da dov’ero venuto, ma non ricordavo la direzione, anzi, dove dovevo andare? Era come se non fosse successo niente: non ricordavo dove mi trovassi, mi chiedevo tutto quello che non mi ero mai chiesto fino a quel momento e non capivo più niente, ricordavo solo quanti anni avevo e come mi chiamavo, sì, decisamente sapevo di avere tredici anni e quasi sicuramente mi chiamavo Paolo Sebastiani, detto Paolino.
Iniziai a camminare per esplorare il luogo misterioso, anzi così misterioso che non riuscivo più ad orientarmi, aspetta, no! Non è che non mi orientavo perché non ricordavo nulla? No, no, no, no, no, solo un minuto, siamo sicuri che non mi ricordavo nulla? E poi, perché stavo parlando da solo? Non ci stavo capendo più niente e inoltre ero da solo, sperduto e svagato…
Ad un certo punto , come se l’avessi chiamata dicendo che ero solo, apparve una strana e insolita creatura, che sinceramente non avevo mai incontrato o visto prima d’ora. Era bassa, molto bassa e aveva un bel po’ di rughe sul volto, con occhi grandi e azzurri e insieme ad un bastone, aveva una testa senza un capello, nemmeno a pagarlo. Alla fine a guardarla bene era anche abbastanza carina ma quando ha iniziato a parlare aveva una voce da uomo anziano e saggio, tipo quelli nei film di supereroi o di kungfu, mi ricordava molto Yoda, della saga di Star Wars.
Io ora ricordo, ma è passato un po’ di tempo ed è solo grazie a quella bassa creaturina che a un certo punto mi chiese se avevo fame: io non risposi ma devo ammettere che ne avevo parecchia, allora gli dissi che avevo voglia di biscotti fatti in casa, quelli che mi faceva sempre la nonna quando tornavo da scuola. Ma disse che non ce li aveva, allora io provai con una pizza calda e finalmente potei mettere qualcosa sotto i denti, ehi… era davvero calda!
Io facevo domande che mi ponevo da quando lo avevo visto, per esempio se era maschio o femmina: lui continuava a non rispondere e io mi chiedevo se si fosse offeso; comunque se non parlava non risolveva nulla. Nella mia testa giravano e si mescolavano pensieri riguardo ai quali mi turbava molto non avere una risposta, quindi continuai ad assillarlo con questi quiz sulla sua vita.
Mentre stavo parlando a vuoto, il mio delicato orecchio sentì un suono secco, che diceva una stravagante parola che non avevo mai sentito prima di quel momento. Probabilmente aveva afferrato il concetto in merito a cui io non avevo capito cosa aveva detto e lo ripetè. Era il suo nome e ora conoscevo qualcosa di lui, ero abbastanza soddisfatto, magari ora sarebbero arrivate tutte le risposte alle domande che avevo fatto, chi lo sa?
Il suo nome era Kobo, era abbastanza buffo ma non era troppo lungo e noioso.
Ci addentrammo in un lungo corridoio dove c’erano animali imbalsamati e stranamente continuò a parlarmi della sua vita. Ad un certo punto mi chiese di ascoltarlo attentamente e io lo feci: mi aveva detto che dovevo solo tornare da dov’ero venuto per ritrovare la normalità. Avevo capito tutto, ma non mi ricordavo per nulla da dov’ero venuto, che era l’unica informazione che mi avrebbe fatto comodo sapere in quella situazione surreale. E ora? Come avrei fatto a tornare indietro adesso?
Mi voltai per chiedere a Kobo come fare, ma lui era sparito, come se niente fosse mi aveva lasciato lì nel momento del bisogno…
Dopo aver pensato a lungo decisi che mi scappava troppo e non potevo aspettare, così andai in bagno e quando uscii ero di nuovo lì, nel museo delle scienze naturali e mi ricordavo tutto e non solo nome, cognome e età: finalmente!
E questo è quanto!
Dionea / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze