I giocattoli animati – Racconto

Nicolas stava dormendo quando sentì un rumore, era come se qualcuno lo stesse chiamando. Egli però lascio perdere, mise la testa sotto il cuscino e tirò la coperta fino al collo. Dopo qualche minuto, però, senti lo stesso rumore ed era la stessa voce. Nicolas però lascio perdere, si girò dall’altra parte del letto, tirò fuori dalle coperte la mano e iniziò a muoverla e a scuoterla, come se volesse cacciare quella voce o quel qualcuno che lo stava chiamando.
Dopo una, due, tre volte che sentiva quello strano rumore si arrese, si tolse il cuscino dalla testa, si scoprì e si alzò. Appena apri gli occhi vide… il suo peluche e i giocattoli prendere vita. Erano lì davanti a lui: c’era chi piangeva, chi rideva, chi cantava e chi ballava. Nicolas non poteva crederci! Pensando che fosse un sogno, si tirò un pizzicotto sul braccio, ma non cambiò nulla.
Allora si tirò uno schiaffo sulla coscia, ma nulla, i peluche erano ancora lì davanti a lui, ma dal rumore dello schiaffo (talmente forte) i peluche e i giocattoli si zittirono. Ora nella stanza di Nicolas, c’era assoluto silenzio.
Tito, il suo orsetto di peluche preferito, senza un occhio, per fortuna riuscì a prendere parola. Disse: “Lo so che ti sembrerà strano, ma sì, noi possiamo parlare e prendere vita. Ogni notte con questo spillo apriamo un portale che ci porta a Divertilandia”. Nicolas non credeva alle parole dell’orsetto, però, dopo qualche secondo di silenzio, Tito rivolse la spilla verso il letto del bambino e pronunciò le parole magiche “Ansibale sisi” e si aprì il portale.
Il peluche entrò per primo, per assicurarsi che non ci fosse il solito rampicante oscuro; poi, Spillo, il migliore amico di Tito, e infine tutti i giocattoli e gli altri peluche. Nicolas non voleva entrare anche se era curioso di scoprire come era Divertilandia. Con lui era rimasta anche Susi, la cugina di Tito che cercava di convincerlo ad entrare.
Dall’altra parte del portale si sentiva Spillo e l’orsetto urlare: “Muovetevi, sta arrivando il rampicante oscuro”. Allora Susy non aveva altra scelta, distrasse il bambino e lo lanciò dentro il portale ed entrò anche lei.
Tito chiuse velocemente il portale e urlò: “Correte, correte, allontanatevi dal rampicante”. Dopo 10 minuti di corsa, Nicolas chiese: “Ma che cos’è quel coso?” E Spillo gli disse che era il rampicante oscuro creato da Drez, il mago più potente e cattivo di Divertilandia. L’aveva fatto per non farli più tornare lì e farli restare per sempre a Londra, poi lo interruppe Susy: “È per questo che ti abbiamo chiamato. Ci serve una mano per sconfiggere Drez”. E Tito aggiunse: “Noi non possiamo entrare nel suo castello, ma tu sì!”
Proprio in quel momento arrivò Tlem, il monopattino di Nicolas e disse: “Drez ha rubato la Gemma Arcobaleno che tiene in piedi Divertilandia. Se viene rubata tutto si oscura, diventa grigio e marcisce: gli alberi, i frutti, i cespugli, tutto.. Se noi tocchiamo solo un po’ di quel grigio oscuro moriremo”. Tito allora disse al bambino che lui, sua cugina Susy e Spillo gli avrebbero indicato la strada.
Ora Toccava a Nicolas scegliere. Non ci pensò su a lungo, la sua risposta era… no, lui voleva solo tornare a casa, allora Susy disse: “Per una volta non pensare solo a te, pensa anche a noi e a Divertilandia”. Spillo annuì e anche Tito, allora il bambino accettò. Susy gli consegnò la mappa, Nicolas la guardò… C’erano un sacco di prove da superare: quella del campo di girasoli, la foresta incantata e infine il pozzo salterello e poi c’era il castello del mago. Nicolas partì dopo un’ora perché doveva salutare tutti e prepararsi per l’occasione.
La prima tappa era il campo di girasoli, ma non era un campo, era invece un labirinto circondato da girasoli. Il bambino stava camminando da ore, quando ebbe un’idea: saltare, ma era troppo basso e i girasoli troppo alti. Allora Nicolas ebbe un’altra idea: prendere un po’ di legno e costruire un tavolino, almeno sarebbe stato più alto. Era bravo con la legna e nel giro di tre minuti costruì il tavolino, ci salì sopra, stava quasi per vedere dov’era l’uscita, quando i girasoli si alzarono e diventarono più alti. Il bambino, sfinito, prese un girasole e lo fece diventare un cuscino. Ci si mise a dormire poggiandoci sopra la testa: era nel campo di girasoli, stava camminando e, quando si girò, nel giallo dei petali vide qualcosa di rosso sbrilluccicare. Si avvicinò: erano un paio di scarpe e, contentissimo, il bambino le indossò iniziando a volare talmente in alto che… si svegliò di colpo.
Riprese il cammino e, ad un certo punto, si girò e vide qualcosa di rosso sbrilluccicare: ricordandosi del sogno si avvicinò. Eh sì, erano proprio le scarpe. Il bambino le indossò e inizio a volare talmente in alto che… i girasoli non potevano raggiungerlo. Volò fino all’uscita.
Subito però iniziò la seconda prova, quella della foresta incantata. Entrò. Era tutto nero, quella prova non era difficile, infatti Nicolas riuscì a superarla in due ore circa. Aveva chiesto ad un albero di porgergli un ramo. Questi lo aiutò, e da lì poteva vedere anche la casa di Drez. Da là, si infilò le scarpe e volò fino all’altra prova. Voi vi starete chiedendo: “Ma non potevo usare subito le scarpe e volare fino al castello?” In effetti la domanda ha un senso… Gli alberi glielo impedirono e poi le scarpe si sarebbero fermate ad ogni prova e finché il loro padrone non ne avrebbe superata almeno metà, le scarpe non sarebbero volate.
Ma riprendiamo la storia… Siamo alla terza prova, quella del Pozzo salterello. Prima di partire Susy gli aveva detto che si chiamava così perché il pozzo saltellava ogni minuto. Nicolas doveva prendere dal pozzo una bacchetta. Appena entrato, il bambino vide il Pozzo e si mise a correre più veloce che poteva, ma il pozzo iniziò a saltellare, allora Nicolas lo rincorse, ma lui continuava… Appena il pozzo si fermò, Nicolas cercò di prendere la bacchetta attaccata al manico, ma non riuscì perché lui continuava a saltellare; dopo una, due, tre, quattro, cinque volte che provava a prendere la bacchetta, finalmente al sesto tentativo, per sbaglio, inciampò in un ramo, cadde dentro il pozzo e per fortuna riuscì a prendere la bacchetta. Il pozzo lo portò dritto dritto a casa del mago. Nicolas aprì il portone e in silenzio si intrufolò dentro e vide la Gemma Arcobaleno. C’era anche il mago lì, stava cercando di capire come funzionava. Nicolas cercò di rubare la Gemma, ma il mago lo vide e puntò la sua bacchetta verso il bambino ma anche lui tirò fuori la sua.
Drez pronunciò una parola e dalla bacchetta uscì una strana luce, stava quasi per prenderlo, ma Nicolas si abbassò. Velocemente il mago girò la mappa dove c’erano le prove. Lì dietro aveva scritto tutti gli incantesimi, ne pronunciò uno e poi un altro e un altro ancora. Il mago non era affatto stanco, le aveva schivate tutte. Drez pronunciò una frase e della bacchetta uscì un troll che buttò a terra il bambino. Il mago, soddisfatto, ritirò il Troll nella bacchetta. Nicolas ancora dolorante si alzò e, non avendo altra scelta, aprì la bara di vetro dove era disposta la gemma e disse “Flinc Sino”. La gemma arcobaleno si illuminò e con una grande forza spinse il mago fuori dal castello, aprendo un portale proprio sotto Drez.
Fu così che il mago cattivo sparì, il castello scuro divenne color arcobaleno e tutto tornò verde e fiorito. Nicolas stava scendendo le scale quando comparvero tutti i peluche e i giocattoli della sua stanza che lo stavano festeggiando. Ad un tratto s’illuminò la spilla che Tito aveva attaccato al petto e il bambino gli chiese: “Cosa succede? Questo significa che dobbiamo tornare a casa?” Proprio in quel momento come al solito arrivò Tlem, il monopattino, e disse: “Ma dov’è finito Drez?” Poi tornarono a casa, ma a Londra era ancora notte… a Divertilandia un anno infatti corrispondeva ad un’ora di Londra.

Scuola Primaria Villani di Firenze