I nostri mondi – Racconto

La notte del 23 febbraio un uomo qualunque chiamato Luca stava tornando da lavoro quando udì un rumore metallico provenire da un vicolo in fondo alla strada. Preso dal terrore e dalla curiosità corse a vedere cosa stava succedendo. Vide un vetro rotto e una figura nera che girava l’angolo. Entrò in casa in fretta, si guardò intorno e accese la televisione: “Ci sono stati dei furti questa sera…” disse il giornalista.
Luca, avvolto nei suoi pensieri andò a letto, preoccupato. Il giorno dopo si svegliò alle quattro del mattino, pronto per andare a lavorare nella sua tipografia. Per strada Luca incontrò un uomo molto bizzarro, vestito di viola; ma la cosa più strana era che lui leggeva il giornale al contrario. E non sembrava preoccuparsi della cosa.
All’improvviso l’uomo vestito di viola afferrò per un braccio Luca. Luca e l’uomo si ritrovarono in una stanza ariosa, così alta che non si riusciva a vedere il soffitto. Guardando bene Luca si accorse che dal soffitto (che non riusciva a vedere) stava scendendo un letto. Un letto matrimoniale, addobbato con un grande fiocco rosso. Il letto atterrò proprio davanti a Luca, che sobbalzò per il rumore che aveva causato quell’arredo atterrando. L’uomo, che finora se ne era rimasto in silenzio, come se tutto fosse normale iniziò a parlare: “Sdriu cftyu gtyrytde cfdsrggj”. Parlava una lingua strana che Luca non aveva studiato, infatti non riusciva a capire neanche una singola parola. Luca ebbe paura e cadde sul letto. L’uomo scomparse velocemente in una nebbiolina rosea.
Appena l’uomo fu scomparso Luca balzò giù dal letto e pensò, tra sé e sé: “Dove sono? Cosa sto facendo?”
Luca si guardò intorno. Vide un’ombra che stava girando l’angolo e udì un fracasso di vetri rotti. A Luca sembrò di aver già visto quell’ombra… Ma dove? Pensò alla sera precedente, ecco dove aveva visto quell’ombra!
Luca la seguì. E l’ombra, appena si accorse di essere seguita, cominciò a correre. Dopo poco tempo l’ombra si dissolse nel nulla, proprio nella stanza dove era atterrato il letto. Solo in quel momento Luca capì di essere in un labirinto.
Si avvicinò alla “scena del crimine”: dove l’ombra aveva rotto il vetro. Era successo qualcosa di strano: i vetri non c’erano più. Luca fece un passo indietro. Credendo di atterrare sul letto, ma il letto era scomparso. Cos’era successo?
Luca non sapeva come comportarsi. Si frugò nelle tasche e trovò, dentro ad esse, una chiave con scritto “io sono colei che apre le porte dei mondi…”. Luca non aveva la minima idea di come quella chiave fosse entrata nelle sue tasche.
Vide piombare dal soffitto (che non vedeva) una porta. Luca si avvicinò alla porta, e notò che sulla maniglia c’era scritto “…io sono un mondo…”.
La toppa della porta era uguale a quella della chiave. Luca inserì la chiave nella toppa e, come per magia, la porta si aprì. Da dentro la porta uscì un lampo di luce azzurra. Luca entrò dentro la porta e si ritrovò dentro un computer.
Luca non riusciva a capire perché si trovava lì. Ma non ebbe tempo di pensare: vide di nuovo l’ombra e lo stesso fracasso di vetri rotti.
Luca si precipitò subito all’inseguimento. Ma l’ombra si girò e si dissolse un’altra volta. Luca si arrabbiò anche se non capiva per quale motivo.
Vide arrivare qualcosa da lontano. Osservandola bene sembrava più qualcuno che qualcosa: un vecchio, con un grande naso, una corona di alloro, una specie di tunica rossa e un libro in mano.
Appena quell’uomo fu a una distanza minima di venti centimetri, l’uomo recitò: “Nel mezzo del cammin di nostra vita…”. Poi l’uomo disse tante altre parole che Luca non capì e si dissolse, proprio come aveva fatto l’ombra.
Prima che l’uomo si dissolvesse, dette a Luca una porta, molto più piccola del normale, così piccola che lui e l’uomo (che sembrava proprio Dante Alighieri) potevano tenerla in mano.
Luca mise la chiave nella toppa della porta (ci volle un bel po’ per infilarla dentro la porta, perché essa era molto piccola). Uscì la stessa luce azzurra e lui si ritrovò dietro una finestra.
Luca riconobbe il paesaggio che si vedeva dalla finestra: era il suo vicolo, quello dove poco prima la stessa ombra aveva rotto il vetro (la prima volta).
Dopo poco tempo si ritrovò davanti l’ombra, che stava rompendo il vetro davanti a lui.
L’ombra si fermò un momento a guardare Luca poi ci fu un gesto improvviso: Luca senza pensarci due volte afferrò l’ombra; che saltò in aria dalla paura.
Luca velocemente mise l’ombra (che si era rivelata essere un uomo) a terra. Chiamò la polizia.
Mentre aspettava che gli agenti arrivassero frugò nelle tasche dell’uomo. Ci trovò delle cose inaspettate… In realtà trovò solo una cosa: un’altra chiave con scritto sopra “…io sono il tuo mondo, rimango qui con te, anche nei momenti bui”.
L’uomo mutò forma e si trasformò nell’uomo vestito di viola e disse (nella sua lingua): “Quello che ti ho detto prima voleva dire: non preoccuparti se non riesci”.
Poi si dissolse di nuovo, nel preciso momento in cui arrivò la polizia. La polizia prese Luca per un pazzo, così lo accompagnarono all’ospedale, dove si addormentò come se non fosse successo niente.
Sofia / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze