Il mio migliore amico – Racconto

Si chiamava Francesco. Lo conobbi all’età di tre anni. Seppi da subito che era un bambino dal cuore d’oro, l’unico che mi sapesse assecondare in tutti i miei problemi.
La nostra amicizia iniziò fin dal primo giorno di materna con uno sguardo intenso, esso per me fu significativa perché da quel momento capii che era un amico che mi avrebbe aiutato sempre anche nei momenti più difficili.
Insieme abbiamo riso, scherzato, giocato, ma oltre al divertimento c’è stato anche molto dispiacere perché tante volte litigavamo perché eravamo i due più bravi della classe, e questo ci portava ad essere in competizione.
Spesso ero io che ero geloso perché lui prendeva sempre quel mezzo voto in più che mi faceva demoralizzare, tutti e due speravamo sempre che non ci fossero più verifiche fino alla quinta elementare, ma non fu così: ci furono tantissime altre verifiche, alla fine capii che essere in competizione per ogni voto avrebbe messo fine alla nostra amicizia.
Io feci pace con lui spiegandogli che non contava nulla se lui era più bravo di me a scuola, ma per me contava solo la sua amicizia e stare con lui divertendomi.
Tutte le ricreazioni le passavamo giocando a frisbee con il tappo del contenitore del mascarpone o quello della ricotta o dell’orzo. Devo essere sincere: quello che girava meglio e che era più resistente era decisamente il tappo dell’orzo.
Praticamente tutti i pomeriggi li passavamo insieme giocando a pallone o alla play, e ci divertivamo un sacco.
Ogni anno andavamo ad una festa delle figurine Panini vicino al mercato di sant’Ambrogio, dove potevi completare l’album dei giocatori di calico della Panini. C’erano un sacco di giochi fra cui il lancio della figurina. Francy vinceva sempre con sei metri di lancio, io perdevo sempre però non ci rimanevo male perché mi ritenevo fortunato, perché mio babbo ci faceva sempre una sorpresa bellissima ogni anno; il pacco da 100 bustine. Ci trovavo sempre un sacco di giocatori che mi aiutavano a finire l’album delle figurine, mentre lui doveva sempre aspettare a completarlo. Pochi anni dopo iniziammo a collezionare le figurine che non si potevano attaccare sull’album che si infilavano dentro a delle bustine che si chiamavano “Adrenalyn”. Le figurine in tutti gli album erano suddivise per squadre. Nella mia classe tutti (compreso lui) mi rubavano le figurine perché avevo molta fortuna, questo fatto mi portò a non comprare più le figurine in generale.
Passai moltissimi bei momenti, ma ne ricordo benissimo due. Il primo è quando andammo in Calabria e in Sicilia per le vacanze estive: ci mettemmo 9 ore ed un quarto, ma passarono velocemente, perché andammo in macchina insieme e la nostra canzone preferita era Roma Bangk0k di Baby K. Il mare era bellissimo, infatti giocavamo sempre a schiaccia 5 ovvero un gioco con la palla da volley, che funziona in questo modo: fai 5 palleggi e al quinto devi schiacciare e chi viene colpito viene eliminato.
La cosa che non ci piaceva per nulla è che le nostre mamme ci facevano aspettare 30 minuti prima di fare il bagno, perché secondo loro se entravamo 5 minuti prima la crema si scioglieva in acqua e quindi ci obbligavano a stare sotto l’omrellone ad abbrustolirci, ci annoiavamo un sacco, però al momento che loro dicevano a noi che potevamo entrare ci fiondavamo in mare e facevamo delle nuotate assurde.
Il secondo momento invece è quando andammo in Puglia: il viaggio è stato terribile, dato che ogni tre per due c’era un incendio (non vasto come sta succedendo ora in Australia, ma comunque legato al troppo caldo). La vacanza è stata bellissima, l’unica cosa che mi è piaciuta di più rispetto alle altre sono i taralli, quelli pugliesi appunto.
Sempre in quell’estate venni a scoprire un’altra verità che Francy non mi aveva mai ditto: si era iscritto alla scuola Redi a Ponte a Niccheri. Quella notizia mi sconvolse a tal punto che piansi per una settimana consecutiva senza mai fermarmi. Ora ho capito che un amico non si perde se va in un’altra scuola, ma resterà sempre nel mio cuore e lo devo ringraziare con tutta la mia anima per quello che ha fatto per ed insieme a me.
Grazie, Francesco!
Gabriele / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze