Io sono stufo! – Racconto

Questo è un grande, grandissimo giorno, il più splendido, incredibile fantastico giorno della mia vita(deluderò subito l’aspettativa di molte persone ma non importa, questo è un racconto per raccontare, non inventare): tutti i miei nipoti, figli delle mie due sorelle, verranno a trovare il loro povero zio Pedro, che da una settimana è diventato vedovo ( non voglio minimamente iniziare a parlare di cosa è successo alla mia splendida moglie per ovvi motivi, quindi calerò un velo di silenzio sul fatto).
Riprendendo il discorso: a qualcuno di sicuro potrà sembrare una semplice visita di consolazione da parte di nipoti al loro zio, ma no.
Io ho la bellezza di sessantasette anni (modestamente li porto molto bene) e non ho mai visto, nemmeno di striscio, un mio nipote per il semplice motivo che loro abitano in Italia, bellissimo paese con un popolo molto orgoglioso di se stesso, mentre io vivo in Australia, anche se in Italia ci sono nato. Mi sono trasferito quando ero ancora molto giovane, perché l’Australia mi affascinava.
Comunque sia, tra circa un’ora arriveranno e io non sto più nella pelle… Ecco, bussano alla porta, apro ed un uragano di ragazzini mi investe con tutta la sua forza, e quasi mi scaraventa a terra, segue poi una tempesta di baci ed abbracci, infine una ventata formata dalle mie sorelle mette fine all’apocalisse.
Ci raduniamo tutti in salotto, i miei piuttosto vivaci ragazzi mi chiedono di raccontare una storia, io stavo iniziando:
– Mia moglie si chiamava Kate…-
Quando mi fermarono immediatamente: volevano una storia che parlava di quando ero ragazzo.
Pensai un attimo, mi erano rimasti pochi ricordi della mia infanzia, erano tutti flashback, tranne uno, era molto nitido, distorceva la realtà… tutto vorticava intorno a me, avevo la nausea…
Driiiiiiiinnnn! La campanella di fine lezioni era appena suonata, mi ero appena messo la cartella in spalla quando, a causa di una spinta, caddi in avanti e, se non fosse stato per i miei riflessi, avrei battuto in maniera non poco dolorosa il naso a terra sul selciato.
Era stato Tiago, il bullo della scuola, ed io ero la sua principale vittima.
Aveva iniziato a dirmi con tono sprezzante:
– Quanto hai, oggi? –
– I soliti venti – risposi borbottando.
Mi sferrò un pugno sulla spalla.
– Stupido che non ha la benché minima memoria! Ieri ti avevo detto di portare il doppio! – mi urlò e poi mi arrivò un altro pugno, questa volta sul petto.
– Scu… scusa… è che ieri avevo da fare e me ne sono dimenticato. Te li porterò domani -.
– Sarà bene! –
Mi sferrò un calcio se ne andò.
Mi rialzai, presi le mie cose e mi avviai verso casa mia.
Dentro di me ribolliva la rabbia: ero stufo di dover essere picchiato e costretto a dare i soldi a quello lì, non era giusto!
Ovviamente non ho mai avuto il coraggio di dirlo ai miei.
– Ciao mamma, ciao babbo -.
– Come è andata a scuola, tesoro? –
– Bene, niente di particolare, c’era la verifica di geografia. Era semplice -.
Mangiai e mi misi a fare subito i compiti. Ma non ero concentrato. Pensai. Pensai a quanto era ingiusto il comportamento di Tiago. Dovevo far finire questa storia una volta per tutte facendo capire a quel bullo che doveva portarmi rispetto. Ma come?
Non potevo agire con la forza, quindi mi rimaneva soltanto una soluzione, dovevo confessare a qualcuno cosa mi faceva Tiago e le opzioni erano tre: i miei, ma li ho subito esclusi perché avrebbero creato troppo scompiglio a scuola, loro avrebbero detto A e i prof avrebbero capito B. Poi, un insegnante di cui mi fido e il preside.
Stavo ragionando se era meglio dirlo a un prof o al preside quando mi sopraggiunse un pensiero: “Con quale coraggio io, un illuso ragazzino, sarei andato a raccontare tutto a qualcuno? Dove potrebbe trovare il coraggio un fifone nato, uno che da piccolo aveva paura della sua stesa ombra mentre, anche se ormai era in seconda superiore, se la faceva sotto la notte pensando a Frankeinstein. Non avrei mai detto niente, non ce l’avrei fatta… sono un fallito, sarò tormentato per sempre, fino alla fine della mia vita e anche oltre, perfino all’inferno (perché di sicuro non avrò fatto nulla di buono) sarò la vittima di tutti. Io… io… la farò finita!”

Driiiinnn!
– Arrivederci ragazzi! –
– Arrivederci, professoressa -.
La prof e tutti i miei compagni se ne andarono, tutti tranne lui:
– Allora? Hai portato anche il doppio di ieri? –
– Non ho portato niente, oggi, e non porterò più niente -.
– COSA?! Spero per te che questo sia uno scherzo! Altrimenti ti becchi una razione extra di pugni! –
– Non è uno scherzo: sono stufo di doverti dare ogni giorno dei soldi e beccarmi anche dei pugni! –
– Ci ripenserai presto! – disse e si preparò a tirarmi un pugno diretto alla mia povera faccia. Iniziò a calarlo ad una velocità sorprendente, in effetti aveva quasi raggiunto il suo obbiettivo quando… tutto intorno a me il tempo sembrò rallentare, così io, senza esitazione, allungai la mano e bloccai il pugno.
E la faccia di Tiago assunse un’espressione di puro terrore.
– Ora hai capito? Il ragazzo fifone, quello che credevi fosse la tua vittima, ha deciso che adesso è stufo, non ha più paura di te perché tu non fai paura a nessuno: ti credi tanto forte, ma non è così, gli amici che hai in realtà ti odiano e lo sai benissimo, il tuo vero coraggio è paragonabile a quello di un topo, perché il coraggio non consiste nel non aver paura di niente, è avere una paura ma saperla affrontare e anche superarla. Tu, comportandoti così, commetti un abnorme errore al quale, per fortuna, puoi rimediare, devi essere semplicemente te stesso, non questo falso lato di te – dissi d’un fiato, poi gli lasciai la mano e uscii dalla classe.
– E questa, nipoti miei, è la fine della storia che tanto desideravate, una fetta della mia vita che mi ha cambiato profondamente: da quella volta in poi non sono stato più il solito Pedro, avevo acquistato una maggiora fiducia in me stesso ed avevo veramente compreso ciò che mi circondava: non ci saranno sempre i tuoi genitori o un preside ad aiutarti, quindi è fondamentale imparare a cavarsela da soli -.
Matteo / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze