LO STRANO CASO DI BOB – Racconto

Era il 21 dicembre di quest’anno, una bella giornata, di quelle fredde e pungenti, quando preferiresti rimanere a casa a mangiare pandoro sotto mille e mille strati di coperte… E invece, uno di quei pochi in città che farebbe di tutto pur di andare a lavoro era l’ispettore Bob Angel che andava nel freddo e nel gelo del suo commissariato. Era un uomo non troppo magro, con degli occhi verdi come smeraldi e bellissimi capelli bruni, pieni di riccioli color dell’oro.
Mentre leggeva il giornale e beveva cioccolata calda, uno schizzo improvviso per poco non gli macchiò tutto il giornale. Ecco cosa raccontava l’articolo: “È appena stato trovato il corpo del sig. Albert Jar. La moglie Jennifer annuncia di vederlo per l’ultima volta il 13 novembre. Aspettiamo che l’ispettore Bob Angel arrivi al dunque”.
Subito esclamò con voce talmente alta che tutto il condominio gli sentì urlare: “Che cosa? Un altro caso!? Per iniziare devo andare a casa Jar! ” e continuò pensieroso ”Jennifer ha molto da raccontarmi…”
Giunto in via Berti n.8 suonò il citofono. Il suono era un normalissimo e banalissimo ”Driin, Driin”.
Ad accoglierlo fu Jennifer, la moglie di Albert, che, gentilissima, lo esortò ad entrare in casa. Lei era una signora alta con gli occhi e i capelli neri, proprio il contrario di Bob. Parlando disse di essere stata la manager di Albert, che faceva l’attore. La sera di Natale avrebbe messo in scena lo spettacolo più bello in cui avesse mai recitato. Se solo…” E si mise a piangere.
Dopo continuò: ”Sa, ispettore… Lui usava sempre lo stesso camerino, il n.8, ascoltava solo i consigli dell’ottava persona a cui si riferiva, il suo ottavo spettacolo fu il più famoso e il nostro numero civico, se ne sarà accorto, è l’otto! Per di più diceva di non essere superstizioso…”
Dopo Bob le chiese dell’ultima volta che l’aveva visto.
Allora Jennifer ripose: ”L’ultima volta… L’ultima volta che l’ho visto è stata la sera del 13 novembre…
Stavamo litigando e ad un certo punto, s’è messo il casco ed è partito in tutta fretta. Poi…” e lì non riuscì a continuare.
Bob quindi la salutò e se ne andò. Tornato in commissariato, con i piedi sul tavolo, come un vero detective di un film poliziesco, ripensava a ciò che le aveva detto Jennifer. Mentre cercava di risolvere l’enigma, pensava soprattutto agli 8. Magari era una buona pista… Quella notte ci dormì su.
La mattina presto, appena sveglio, si recò al ‘Mega Marcus Theatre’ o semplicemente M.M.T., che era il più prestigioso dei teatri in zona! Quindi entrò e chiese dove fosse l’ottava cassa, l’ottavo camerino e qui cercò ogni singolo indizio. Alla fine, aprendo l’ottavo cassettino per il trucco e parrucco, dall’alto verso il basso, trovò un biglietto con scritto sopra ”Rennief J.”. Tornato in commissariato, prese un’enigmistica e, come suo solito, iniziò a risolvere qualche enigma. Quando iniziò a fare un anagramma si bloccò…
Aveva avuto un’idea: riprese il biglietto in tutta fretta e si mise a scomporre le lettere. Venivano fuori un sacco di soluzioni:”Einnref”’o”Jinneerf”. Poi mischiandole di nuovo trovò: ”Jennifer”! Qualche ora dopo si trovò a casa Jar. Jennifer non sarebbe riuscita a farla franca…
Entrò in casa, la trovò e le disse: ”Sei stata tu, vero, Jennifer? O forse dovrei dire Rennief J?”
Dopo lei spiegò: ”L’ho fatto solo perché non smetteva di avere così successo. Non so se mi spiego, anche io volevo un po’ di fama…”
Dopo averla arrestata tornò in commissariato e pensò: ”Mi sembrava strano che Albert si mettesse il casco per andare in moto pur volendo ammazzarsi…”.

Scuola Primaria Villani di Firenze