Persi nello spazio – Racconto

Tanto tempo fa una famiglia di astronauti è stata mandata a formare la ventiquattresima colonia. La loro destinazione? Il pianeta 77: nessuno ci era mai riuscito ad arrivarci, neanche a tornare.
La famiglia era composta da Alex, il più piccolo,Will, il babbo, Betty, la sorella maggiore, Sandy, la figlia mezzana, e da mamma Elizabeth.
La famiglia nel viaggio non era affatto preoccupata, ma nel bel mezzo di una partita di briscola, dopo tre ore di viaggio la Jupiter, così si chiamava la loro astronave, iniziò a sbattere e dopo un violento impatto tutte le luci si spensero.
Dopo che la famiglia si mise i caschi e accese le luci incorporate nelle tute per uscire dall’astronave, i cinque si trovarono sperduti nel nulla:quello non era il pianeta 77, al contrario il pianeta su cui si trovavano era ghiacciatissimo, il terreno avrebbe potuto essere sotto una ventina di metri di neve. Quel pianeta non aveva neanche un nome, non si trovava neanche nelle cartine interspaziali, si erano proprio persi…
Mentre il babbo sparava razzi di segnalazione nello spazio circostante, la mamma rientrò nella navicella per prendere delle batterie per le tute, e in quel mentre la navicella spaccò la crosta del lago ghiacciato dove era atterrata e ci sprofondò: adesso la mamma era in mezzo a un lago a trenta metri di profondità con la Jupiter e il lago poteva ghiacciarsi nuovamente da un momento all’altro.
La mamma iniziò a nuotare verso la superficie con la pila in mano, intanto il lago si stava ghiacciando, allora la mamma lasciò la pila, visto che la rallentava ma rimase bloccata in mezzo al lago. Il babbo corse a vedere e affermò che la tuta le poteva dare ancora 48 ore di ossigeno. Tutta la famiglia iniziò a cercare di tirarla fuori: Alex con un accendino, il babbo con un piccone da scalata e gli altri con l’acqua. Per fortuna la mamma venne tirata fuori ma era incosciente.
Non si sa come ma dopo un’ora c’erano 30 gradi e il ghiaccio divenne acqua fluorescente e poi evaporò. La famiglia ne approfittò e prese tutto ciò che poteva essere utile dalla navicella e – indovinate un po’ – appena usciti, iniziò a nevicare.
Dopo sei settimane Alex si avventurò in perlustrazione pieno di coraggio con la pistola sparasegnalatori di emergenza e trovò una cosa strana o forse uno strano essere: sapeva solo che si muoveva, quindi fuggì impaurito e, riferito il fatto accaduto agli altri, la famiglia si mise in guardia,dunque non erano gli unici esseri viventi in quel pianeta. Il giorno dopo Alex portò la famiglia nella grotta ma stavolta l’individuo venne avvistato: era un robot! O forse un alieno?Magari era un roboalieno! Alex era così entusiasta che con coraggio andò a parlargli, il roboalieno non sembrava ostile ma non parlava, aveva solo un mega occhio pixellato di uno strano colore blu. Alex restava fermo davanti al roboalieno, che non sembrava stare bene ma forse stava esaurendo la sua energia. Alex sembrava dispiaciuto e allora provò ad aiutarlo, trovò una perdita nel suo impianto idraulico: stava perdendo il suo sangue, che era simile all’olio per le macchine; Alex riuscì a ripararlo da allora quel robot aiutò la famiglia a sopravvivere per tutta la vita. Ecco come si formò la ventiquattresima colonia, isolata dall’universo e ignota a tutti.
Luigi / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze