Un amico per Natale – Racconto

Non penso che possa succedere cosa più strana di questa.
Mi chiamo Sophie Stone, ho 10 anni e vado in quinta.
Non ho mai avuto un amico o un’amica, almeno per adesso.
Nello studio non sono né la migliore né la peggiore (e a me sta bene così.)
Da un po’ di tempo una domanda mi tormentava! Sono sempre stata un’amante del Natale, tanto che la domanda era: dove si trova la felicità del Natale? Può sembrare semplice per voi ma per me non lo era! Era come una battaglia tra la tenebra del dubbio e la luce della sapienza e della conoscenza.
Era la mattina del 12/12/12 quando la maestra entrò in classe e annunciò: – Farà parte di questa classe un nuovo bambino, si chiama Peter Grace. Vedete di fare amicizia -. Peter era un ragazzino timido ma sveglio, e, nonostante la raccomandazione della maestra, non aveva affatto amici.
Quel ragazzo aveva qualcosa che mi attirava, non avevo, come non ho ancora adesso, la minima idea di cosa fosse.
Solo due giorni dopo ebbi il coraggio di parlargli:
– Ciao! – dissi.
– Non ho mai avuto amici, però intendo provarci – dissi porgendogli la mano.
I suoi occhi si illuminarono, mi prese la mano e cominciammo a parlare insieme.
La mattina dopo ci vedemmo nella strada per arrivare a scuola:
– Ciao, Peter – dissi.
-Ciao, Sophie – rispose salutandomi.
– Vieni, andiamo insieme a scuola – lo attirai a me.
In quel preciso istante la mia testa ebbe un momento assai tenebroso.
Poi ritornai in me e non resistetti:
– Peter, saresti in grado di mantenere un segreto? – gli chiesi.
– Potrei giurartelo – disse diventando serio.
– È da un pò di tempo che un pensiero mi tormenta: dove si trova la felicità del Natale? – rimase zitto per un po’, poi disse:
– A questa domanda non so rispondere, però possiamo scoprirlo insieme –
– In che modo? – chiesi.
– Potresti… venire da me per Natale? – disse speranzoso.
Rimasi a bocca aperta e dissi:
– Tu… inviteresti me… a casa tua? Nessuno lo ha mai fatto, però a me va bene: sarebbe fantastico! –
Quei nove giorni passarono velocemente. La sua casa era “freddamente calda”.
Il padre era nello studio, la madre non so, preferii non chiedergli dove fosse.
Ci mettemmo davanti al caminetto e cercammo di rispondere alla domanda:
– Forse nei regali? – disse.
– Dei bambini non li hanno, eppure sono felici -.
– È vero – mi rispose.
Piano piano, senza accorgercene, ci addormentammo.

Improvvisamente sentimmo un rumore! Ci affacciammo dalla finestra e vi dico che se non l’avessi visto con i miei occhi non ci avrei creduto: c’era un uomo a terra vestito di bianco, rosso e nero.
ERA BABBO NATALE! Corremmo a soccorrerlo, lo curammo e lo rimettemmo sulla slitta (non fu molto facile). Evidentemente era caduto. Quando riprese coscienza capì magicamente la situazione e disse:
– Voi meritate un premio. C’è qualcosa che vorreste avere sapere o fare? –
Io non riuscivo a credere di parlare con BABBO NATALE, fu straordinario.
– Io una domanda ce l’avrei… – mi feci coraggio.
– Dimmi pure – disse gentilmente.
– Penso che tu mi sappia rispondere: dove trovo la felicità del Natale? – chiesi
– Tutto qui? Sta nello stare insieme – rispose -E ora, tutti sulla slitta! –
Peter che, fino ad adesso, era rimasto in silenzio, si fece avanti:
– Ci farai venire con te a portare i regali? – chiese stupito
– Ma certo! Basta che vi sbrighiate – rispose imbarazzato.

Questo è il vago ricordo nella mia testa, è il mio sogno che solo da poco ho fatto .
Vi dirò inoltre che non so se quella notte io sia stata davvero lì con Peter e lì insieme a Babbo Natale. Questo per due motivi: Peter ha sognato la stessa cosa e tutti i bambini a cui abbiamo distribuito i regali sono gli stessi della realtà!

Scuola Primaria Villani di Firenze