Una grande avventura – Racconto

…ed ad un certo punto un mostro intralciò il suo cammino ma era un…. ma andiamo con ordine.
C’era un bambino chiamato Tiago, e aveva un sogno: vivere una grande avventura. Fin da piccolo, di notte, mentre sognava, sentiva una voce che lo chiamava, una voce brutta, oscura, ma invitante, curiosa e cupa: – Vieni, non abbandonarmi, raccogli lo zaffiro rosso e portalo da me, ma quasi dimenticavo… vieni quando avrai vent’anni, nel frattempo, nell’attesa dei vent’anni, allenati a muhai-thay -.
Così il piccolo Tiago la ascoltò e fece quello che gli disse la voce inquietante, soprattutto si allenò in quell’arte marziale.
– Finalmente ho compiuto vent’anni e ho imparato a combattere secondo la disciplina del muhai-thay – disse il nostro eroe, ed iniziò il suo cammino.
Ma riprendiamo dall’inizio… ed ad un certo punto un mostro intralciò il suo cammino: era un drago mannaro, doveva sconfiggerlo. Quando il drago lo attaccò fece un’abile presa e così stese il drago. Finalmente poté continuare il suo cammino. Mentre Tiago camminava sentì una voce che gli disse: – Seguimi, ti porterò allo zaffiro rosso…- . Alla voce inquietante, Tiago rispose: – D’accordo, ti seguirò, ma se ti metterai contro di me saranno guai! –
Arrivati alla caverna dello zaffiro rosso, questa voce inquietante prese corpo e si trasformò in un mostro gigante, con un tentacolo al posto del braccio destro, un bluster al posto del braccio sinistro, la gamba destra, invece, era enorme, umana e muscolosa; l’altra, invece, meccanica e robotica, dava l’impressione di una grossa minaccia; metà scheletro e metà iena era la testa, ed infine il corpo era di elefante, un enorme elefante nero. Era terribile, ma Tiago non ha mai voltato le spalle a niente e neanche ora lo avrebbe fatto. Dopo un lungo combattimento di calci, pugni e ginocchiate (ed anche gomitate) però, alla fine, vinse Tiago. Prese lo zaffiro rosso e continuò il suo cammino. Successivamente si ritrovò davanti ad un vulcano e lì vide un terzo mostro: era alto almeno sette metri, il suo corpo era di ombra, quindi inattaccabile e lì Tiago scoprì che avrebbe dovuto gettare lo zaffiro rosso all’interno del vulcano. Il mostro percepì il suo pensiero e iniziò a torturarlo con calci e pugni, però Tiago era molto agile, fece un balzo disperato e con le lacrime agli occhi buttò la pietra nel vulcano.
Il ragazzo salvò il mondo, e tutti, soprattutto Tiago, vissero felici e contenti.

Scuola Primaria Villani di Firenze