Un’avventura a scuola – Racconto

Ciao, io sono Francesco (chiamato dagli amici Frank), vivo a Londra e sono un ragazzo di 14 anni, sono coraggioso ma non vado assolutamente bene a scuola. Faccio parte di una banda detta “la banda degli avventurieri”. In questa banda siamo solo in due, io e il mio amico Pietro. Pietro ha la mia età, è un po’ fifone ma almeno va bene a scuola. La banda si chiama così perché noi abbiamo sempre sognato di essere degli “avventurieri”.
Era il nostro primo giorno di liceo e non sapevamo ancora che ci saremmo immersi in un’avventura pazzesca. Io e Pietro eravamo… come posso dire? Spaventati, come se ci fosse un test di matematica.
Finalmente aprirono la scuola, io e Pietro salutammo i genitori e, stringendoci la mano, entrammo. Vedevamo alcuni ragazzi felici di rivedere gli amici e alcuni intimiditi come noi.
Quando sopraggiunse il suono della campanella, tutti entrarono in classe ma io e Pietro decidemmo di non entrare; volevamo fare il giro della scuola: prima andammo nei bagni, poi nell’aula di scienze e, quando ci fu il turno della palestra, Pietro si appoggiò al muro e mi disse: – Frank, magari dovremmo entrare in classe… –
Io gli risposi: – No! Ma che ti gira per la testa!? –
A un certo punto vidi il muro aprirsi e Pietro che ci cascò dentro! Pietro era così impaurito che non riusciva neanche a urlare, io però urlai tranquillo: – Pietro sto arrivandooo! – e così mi buttai nel muro anch’io.
Arrivai da Pietro, vedemmo un labirinto immenso e, emozionato, dissi: – Stiamo per avverare il nostro sogno! –
Pietro mi rispose con voce impaurita: – Te l’avevo detto che dovevamo andare in classe… –
Io senza ascoltarlo proseguii il sentiero e entrai nel labirinto, Pietro mi corse dietro.
Nel labirinto vedemmo dei geroglifici: meno male che Pietro si portava sempre dietro un foglio e una penna così che li poté ricopiare. Finito questo compito andammo avanti ma trovammo un vicolo cieco, ormai Pietro si era scoraggiato veramente tanto, piangeva e continuava a dire: – Moriremooo! Moriremo qua, in questo stupido labirinto! –
Io non lo stavo ascoltando ma stavo fissando le mura del vicolo cieco, appoggiai una mano sul muro e questo si aprì e trovammo una tavola di marmo; sopra c’era scritto: “scrivi”. Pietro smise di piangere, si rialzò e disse: – Aspetta! -, prese il foglio in cui c’erano scritti i geroglifici, li ricopiò sulla tavola e a un certo punto il muro si abbassò, io e Pietro vedemmo un portone, facemmo un passo avanti, lo aprimmo e finalmente ci eravamo riusciti: avevamo sconfitto il labirinto! Eravamo diventati anche ricchi. Attenzione però: non c’era nessun tesoro! Eravamo ricchi di felicità nel nostro cuore per aver avverato il nostro più grande desiderio.

Scuola Primaria Villani di Firenze