Il mistero del London eye

“Il mistero del London Eye” è un libro scritto da Siobhan Dowd (1960-2007) e pubblicato da Uovonero nel 2007. L’autrice è inglese, con origini irlandesi, viene considerata una delle più grandi narratrici del nuovo millennio. Ha lottato contro la censura nei confronti degli scrittori e poco prima della sua morte ha promosso l’accesso alla lettura per bambini e ragazzi svantaggiati.
I protagonisti del racconto sono Kat e Ted, due fratelli, e Salim, il loro cugino, che scompare all’inizio del racconto e viene trovato alla fine; i personaggi secondari sono la Zia Gloria, madre di Salim, i genitori di Kat e Ted e un personaggio sconosciuto che regala un biglietto per il London Eye ai protagonisti. Il mio personaggio preferito è Ted, che riesce a trovare la soluzione delle indagini prima della polizia.
Il racconto parla di Ted, un ragazzo che in testa ha “un sistema operativo diverso” da quello degli altri. È appassionato di meteorologia. Ha una sorella, Kat, che spesso chiama Katastrofe per il suo comportamento antipatico e nervoso. Il loro padre lavora in una società di demolizioni, mentre la madre è impiegata in un ospedale di Londra.
Un giorno la madre riceve una lettera da parte di sua sorella, che le dice che sarebbe passata insieme a suo figlio Salim da loro per una o due notti, prima di partire per New York, dove aveva avuto un nuovo lavoro.
Durante la loro visita, decidono di visitare il London Eye; mentre i ragazzi sono in fila per i biglietti, le loro madri sono andate a prendere un caffè. Durante la fila, un uomo si avvicina e regala un biglietto ai ragazzi. Kat e Ted decidono di darlo a Salim, visto che è l’ospite. La capsula inizia a salire, ma quando torna a terra, dopo mezz’ora precisa, Salim non c’è.
Inizia la ricerca del figlio della Zia Gloria, alla quale contribuiscono anche i ragazzi, che capiscono dove si trova Salim prima di tutti.
Il racconto si svolge nella nostra epoca a Londra, ed è scritto con un linguaggio per ragazzi, narrato in prima persona da Ted, con la sua spiegazione dei termini più difficili.
La scena che mi è piaciuta di più è quella dove Ted racconta quello che secondo lui è accaduto e alla fine del racconto si scopre che ha ragione.
Il messaggio dell’autrice è quello che i ragazzi con la sindrome di Ted non vanno mai esclusi e sottovalutati.
Questo libro mi è piaciuto molto, perché mi ha coinvolto, ed ha un finale molto inaspettato.
Credo che questa storia non si sarebbe potuta svolgere nel passato, visto che i bambini con “un sistema operativo diverso” dagli altri venivano emarginati. Oggi, per fortuna, la mentalità è cambiata, e tutti abbiamo capito che siamo tutti uguali, ognuno nella propria diversità.

Paolo Gallina 3G