Il mio rientro a scuola

Da dove inizio?

Mi chiamo Antonio, sono nato e vivo a Guardiagrele in provincia di Chieti. Sono occupato come Assistente Amministrativo presso l’Ufficio Protocollo della Casa Circondariale di Lanciano. 

A cinquantatrè anni suonati, mi rimetto in gioco con questa esperienza della scuola serale: dal lontano  anno scolastico 1984/1985, dopo ben trentracinque anni, eccomi di nuovo sui banchi di scuola! Che sensazione … una vera e sincera emozione! Inizio anno mercoledì scorso: è una situazione tutta nuova, in più la complicanza delle norme anticontagio da Covid-19 anzi, per essere più esatti , pandemia da Sars-Cov.2. Non è per me un “rientro”, ma un vero e proprio inizio, un bell’inizio! Comunque, tenuto conto dell’ambiente lavorativo da dove provengo, un Istituto Penitenziario, le  difficoltà di adattamento al nuovo stile di vita, di relazione e di gestione del lavoro, sono ormai superate da tempo. Per quanto riguarda, invece nello specifico del mio inizio di anno scolastico, avverto le difficoltà, sia dei Docenti che dei miei giovani compagni di classe, o almeno di coloro che negli ultimi mesi non hanno svolto, e non svolgono tuttora, attività lavorativa. La scuola è anche relazione, per questo le norme di contenimento del contagio sono socialmente molto dure, seppure giuste. Ovviamente non posso fare un confronto con l’anno precedente, né con i miei “antichi” trascorsi sui banchi di scuola: è  passato  troppo tempo per fare dei raffronti; non sono più un ragazzo poco avvezzo alla disciplina come ero in gioventù. Gli accadimenti della vita mi hanno forgiato, non so se in bene o in male. 

Osservo i docenti, in ovvia difficoltà, specialmente con l’obbligo dell’utilizzo della mascherina, elemento questo assai  “castrante” nella mimica facciale, nel tono di voce e nella espressività del viso, elementi non secondari, a mio modesto parere, nella  nobile arte di divulgazione e trasmissione  del sapere. 

Cosa mi aspetto da questo percorso scolastico? Prima di tutto, rimettere in moto le sinapsi, svegliare e rinvigorire parecchi neuroni atrofizzati, poi ottenere un risultato: quantomeno di arrivare a conseguire il diploma, anche con un voto finale minimo e poi, a Dio piacendo, chissà quali scenari mi si potranno prospettare per il futuro. 

Dopo due giorni e mezzo di scuola, un risultato l’ho già ottenuto, la capacità di riuscire a “staccare mentalmente” dal lavoro, e vi assicuro non è cosa da poco.  Paure?… Paura no, un po’ di iniziale imbarazzo a confrontarmi con Insegnanti coetanei e con dei ragazzi di un’altra generazione e culturalmente diversi, per il resto nessun timore, né della scuola in sé, né della pandemia, tanto “prima o poi morir si deve”. 

Concludo, con un grazie ai Docenti per la loro comprensione nei confronti di questo attempato studente. Un grazie anche ai miei compagni di classe: lo so che è difficile interagire, ma con il tempo, sono sicuro di apprendere ed assorbire tanto da voi, ovviamente, spero altresì di trasmettervi qualcosa di positivo anch’io. Viva la classe IV°A!

Antonio Rosica 

Pescara, 18 settembre 2020