INIZIARE IL LICEO TRA NUOVI COMPAGNI E LE NORME ANTICOVID

Il 13 settembre, vigilia dell’atteso giorno di inizio della scuola, io, studentessa liceale di un istituto della Capitale, mi chiedevo cosa sarebbe accaduto il giorno seguente, ovvero il primo giorno di scuola. Non avevo certezze, solo dubbi.

Appena arrivati la dirigente scolastica divise la nostra classe in due gruppi, così da poterci assicurare il primo giorno in presenza. Eravamo in due classi diverse, con due docenti che ci illustrarono le norme covid: quando siamo seduti al banco, possiamo stare senza mascherina, mentre quando ci alziamo per un qualunque motivo è obbligatorio metterla; il materiale scolastico non può essere prestato ai compagni, ed è preferibile evitare di parlare tra di noi senza mascherina; la ricreazione viene svolta in classe, ognuno seduto al proprio posto; ogni volta che si entra in classe è obbligatorio igienizzarsi le mani con il gel disponibile fuori dall’aula.

I banchi monoposto non sono ancora stati forniti alla struttura scolastica, perciò in classe siamo disposti cosi: siamo 13 ragazzi in presenza e 12 online (ogni giorno), i banchi a due posti sono attaccati e noi studenti dobbiamo sederci alla loro estremità per poter rispettare il metro di distanza.

Le lezioni si alternano tra quelle in presenza e quelle online, la piattaforma che uso adesso, se pur con i suoi problemi, è migliore rispetto a quella che usavo l’anno scolastico precedente.

A differenza di altre scuole di Roma, la mia non presenta ancora casi di Covid-19. Parlando con le mie amiche sento comunque che ogni scuola ha adottato provvedimenti differenti: c’è chi alterna ogni settimana due o più gruppi tra DDI (Didattica a distanza Integrata); c’è chi divide le classi alternandole mattina e pomeriggio ( quindi sempre in presenza); c’è chi addirittura permette a tutti i componenti della classe di stare sempre in presenza, nella stessa aula contemporaneamente (senza dividere la classe in due o più gruppi).

In molte scuole, oltre all’emergenza sanitaria, si è sovrapposto un altro problema: la mancanza di diversi professori, anche di materie di indirizzo, come nel mio caso.

Nel mio istituto si sta lavorando per risolvere il problema, quindi non resta che sperare.

Inizialmente sembrava quasi impossibile riuscire ad approcciarsi con gli altri componenti della classe e con i docenti. Abbiamo subito creato cinque gruppi WhatsApp, di cui uno tra sole ragazze e lì abbiamo cominciato a parlare di normali cose che un tempo ci saremmo dette tranquillamente di persona, questo dimostra, secondo me, quanto noi ragazzi avessimo effettivamente bisogno di un contatto umano, in fondo la scuola era mancata a tutti perlopiù per questo. E abbiamo cercato cosi, nonostante tutto, di mantenere il sorriso.

Non mi faccio scoraggiare dal Covid, finché l’emergenza durerà continuerò ad alternarmi tra lezioni a scuola a lezioni online, sperando che tutto questo finisca più in fretta possibile e di poter abbracciare la mattina le mie compagne appena arrivate in aula. Studenti e docenti alla fine sono uniti da una comune attesa e dalla stessa speranza.

Germana Sofia Ramirez Arostica.