Le mie giornate in quarantena

Quando è giunta la notizia di un virus nato in Cina, l’Italia come quasi tutti gli altri paesi, non se n’è preoccupata. Quando i numeri dei contagiati e dei morti sono aumentati, si sono prese delle precauzioni, per evitare che il contagio potesse espandersi ma visto che i contagiati sono aumentati e i numeri di morti sono cresciuti, il governo ha stabilito la chiusura delle scuole. Nella vita di tutti i giorni gli studenti come anche i loro genitori, sono impegnati nelle loro attività, lo studio e il lavoro fanno da padroni della giornata e i ritmi della vita sono scanditi da essi. Durante quel periodo però, nulla è stato più così. Le attività studentesche sono continuate a distanza tramite videolezioni e a volte anche con delle valutazioni sia scritte che orali perciò siamo rimasti comunque connessi con il mondo della scuola. Ogni mattina i ritmi erano presi con più tranquillità visto che l’orario delle lezioni era diverso dal solito, dato che iniziavano normalmente verso le 09:00 o le 10:00. All’inizio della quarantena le videolezioni che si svolgevano in una mattinata erano due, anche se a volte se ne facevano anche tre fino all’orario di pranzo, verso le 13:00. Successivamente le lezioni sono diventate di più proprio perché la quarantena si è prolungata fino alla fine dell’anno scolastico. I compiti ci venivano assegnati ogni giorno in maniera regolare come se fossimo stati a scuola e la giornata veniva in parte riempita da questi impegni scolastici. Ciò che però è cambiato particolarmente è stato il rapporto con la famiglia. Stando a casa, ho avuto personalmente la possibilità di passare più tempo in famiglia con i miei parenti, svolgendo attività diverse da quelle della quotidianità: vedere film, giocare insieme, raccontarsi storie che fanno tornare in menti vecchi ricordi… sicuramente è stato un modo per distrarsi e non pensare alla grave situazione che si stava vivendo. Oltre a questo era necessario trovarsi un passatempo per impiegare il tempo restante della giornata ed i momenti di noia, e oltre a vedere serie tv o film, ho iniziato a leggere alcuni libri, cosa che per me prima era impensabile. Una delle cose che di cui sentivo la mancanza stando a casa, oltre ovviamente al rapporto con gli amici che continuavo a sentire per telefono o videochiamate, era lo sport. Il tennis per me era una fonte non solo di divertimento e di sana competitività, ma era necessario per sfogarmi e staccare la mente per un po’. Ovviamente era importante anche per l’esercizio fisico, che sono però riuscito in qualche modo a fare visto che in casa ho una stanza trasformata in una piccola palestra. La mia giornata si concludeva verso mezzanotte dopo aver visto un bel film ed il giorno dopo si ricominciava allo stesso modo, ed il giorno dopo sempre così, come una routine che però alla fine non era male. Questa esperienza di quarantena è servita soprattutto a farmi riscoprire dei valori che con la vita frenetica che tutti svolgiamo si sono un po’ persi, ma anche ad apprezzare ciò che prima di questa epidemia sembrava scontato, vedere amici, uscire la sera, svagarsi, e a comprendere che in realtà è una fortuna riuscire a fare tutto ciò. Finalmente da poco le scuole sono state riaperte e tutti noi siamo potuti tornare in classe purtroppo in modo diverso rispetto a prima. I banchi sono distanziati e vengono occupati da una sola persona ed essendo noi una classe numerosa si è deciso di dividerla in due parti, una segue le lezioni a scuola e l’altra da casa, alternandosi settimanalmente. In realtà, ciò che si era vissuto in quarantena con le lezioni online sta in parte continuando anche ora, ma la sensazione che si ha quando si sta in classe è del tutto differente. Ammetto che tornare nella scuola che avevo lasciato più di sei mesi prima è stata un’emozione rara, un misto tra felicità nel rivedere compagni che non avevo più visto e ansia per ciò che sarebbe successo durante l’anno, ma alla fine è questo il bello della scuola. Spero che la situazione epidemica migliori in modo da far tornare tutta la classe al completo a scuola per vivere meglio i rapporti personali e affrontare l’anno in modo migliore.

Francesco Furfaro IV D