Ritorno a scuola

Nelle ultime settimane estive era nato un importante dibattito circa la riapertura delle scuole. Le opinioni erano contrastanti e le previsioni poco ottimistiche, ma il 14 settembre, in un modo o in un altro, le scuole hanno riaperto e dopo due settimane si può iniziare ad azzardare un bilancio dei pro e dei contro.

Le modalità con cui sono state organizzate le lezioni sono varie e, tralasciando alcune eccezioni, credo che siano tutte adatte a mantenere la sicurezza. Molte scuole, in attesa dei tanto desiderati banchi singoli, hanno adottato la didattica mista, con metà classe in aula e l’altra metà collegata da casa in videolezione. Sono cambiate ovviamente anche le regole riguardo alla ricreazione, all’entrata, all’uscita e al modo di stare in classe. Tutti questi cambiamenti hanno reso più farraginosa ogni operazione che prima era del tutto naturale, ma soprattutto hanno danneggiato fortemente l’aspetto sociale della scuola. Sono infatti venuti a mancare tutti i piccoli piaceri che rendevano sopportabili le sei ore di lezione: un caldo panino alle 11 di mattina, una chiacchierata con l’amico dell’altra classe, qualche parola scambiata con il compagno di banco o una passeggiata tra i corridoi dell’istituto. Tutte cose che mancavano anche in quarantena, ma che almeno prima erano barattate con meno ore di lezione e con le comodità dello stare a casa. Questo però non può che essere un nostalgico lamento del tutto privo di scopo, poiché modalità diverse sono del tutto impossibili. Trovo infatti giusto contestare la mancanza dei banchi o degli insegnanti, ma accanirsi contro la mascherina, il gel o la ricreazione è del tutto fuori luogo.

A proposito di cose fuori luogo, si sono distinti, in particolar modo sui social network, dei personaggi, che stento a definire poco più che australopitechi, i quali, pur di collezionare qualche migliaio di visualizzazioni, hanno messo a confronto la riapertura delle scuole con la chiusura delle discoteche. Io non stento a credere che ominidi del genere considerino ballare il sabato sera importante tanto quanto l’educazione, ma in un contesto di persone con un Q.I. superiore a 40 credo che questi collegamenti siano completamente privi di senso, considerato anche che le misure di sicurezza adottate nell’ambiente scolastico, se rispettate adeguatamente, sono efficaci.

In fondo riaprire la scuola è necessario e, date le circostanze, non si può pretendere che tutto sia come prima. Quest’anno forse sarà meno divertente, ma è comunque probabile che duri poco, perché a giudicare dagli assembramenti già un metro più in là del cancello, tempo un mese e potremmo ritrovarci di nuovo come a marzo.

Luca Delorenzi IV D